I Miraglia: «Non ce ne andiamo»

CORTINA. «La politica vuole uccidere il Codivilla Putti, ma noi non ce ne andiamo: per un ospedale tutto pubblico o tutto privato non ci sono ancora gli strumenti legislativi, e noi agiamo nel rispetto della legge». Vogliono difendere il loro operato i due rappresentanti della Giomi Spa, l'azienda privata partner della società Codivilla Putti Spa, Emmanuel e Massimo Miraglia.
I due manager dell'ortopedia in Italia sono intervenuti venerdì in sala cultura “Don Pietro Alverà” durante l'incontro organizzato da Sergio Reolon dal titolo: "Chi vuole uccidere il Codivilla"?
«Quando siamo arrivati al Codivilla, nel 2003», ha spiegato Emmanuel Miraglia, presidente della Giomi, «l'ospedale perdeva 5 milioni di euro. Dopo il primo anno eravamo già in pareggio, e in oltre dieci anni abbiamo versato alla Usl 5 milioni di affitti, oltre a non costare nulla alla collettività. La Giomi ha in Italia oltre 1000 posti letto nel campo dell'ortopedia italiana. Siamo arrivati a Cortina per risanare e conservare l'attività di osteomielite. Ma ci siamo trovati subito dei nemici, anche all'interno dell'ospedale».
Miraglia si riferisce all'inchiesta sui rimborsi delle prestazioni su alcuni medici e dirigenti del nosocomio cortinese, che dopo tre anni di indagini, si è risolta con il proscioglimento. Ma il tentativo di "uccidere" il Codivilla si riscontra anche in altri casi. «Sull'attuazione del nostro programma ci è stato sempre detto di no. I soldi ricavati dalla vendita del Putti (7 milioni e 750 mila euro, ndr) destinati alla ristrutturazione del Codivilla, non li abbiamo mai visti. Li hanno messi da qualche altra parte. Hanno abbassato la tariffa per la cura dell'osteomielite, che è la nostra specialità, non riconoscendo l'eccellenza dell'ospedale».
«Ora mettono in vendita i 70 posti letto», ha continuato, «ma non si vendono 70 letti come fossero automobili: queste persone devono essere sbugiardate».
Massimo Miraglia, amministratore delegato del Codivilla Putti Spa, ha portato alcuni dati per dare un'idea della produttività dell'azienda ospedaliera: dal 2003 i ricoveri sono passati da 1600 a 3000; le cure per infezioni ossee da 900 a 1900; nel 2013 sono state fatte 400 protesi.
Oltre all'attività ortopedica, sono stati aggiunti altri servizi: la risonanza magnetica, con 2000 esami, e la riabilitazione cardiologica, diventata un riferimento per gli operati al cuore artificiale.
Il personale è salito dai 118 del 2003 ai 153 di quest'anno. Il bilancio ora è in perdita, «ma la qualità costa. E se mi togli il tariffario dell'osteomielite, pari all'82% dei ricoveri, mi ritrovo con 500 mila euro di fatturato in meno» ha spiegato Miraglia. Il destino del Codivilla è ancora molto incerto.
Marina Menardi
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