Hotel Erto senza gestore: impresa se ne va

ERTO E CASSO. Doccia fredda per l'hotel Erto: nei giorni scorsi lo storico locale della Val Vajont avrebbe dovuto riaprire i battenti. Ma al momento della sottoscrizione del rogito, la ditta che...

ERTO E CASSO. Doccia fredda per l'hotel Erto: nei giorni scorsi lo storico locale della Val Vajont avrebbe dovuto riaprire i battenti. Ma al momento della sottoscrizione del rogito, la ditta che aveva manifestato interesse si è tirata indietro. Non sono state rese note le ragioni del dietrofront ma pare che il quadro economico che sarebbe derivato dall'attività è stato giudicato troppo basso. In altre parole si sarebbe corso il rischio di un default e di una nuova chiusura "in corsa" dell'hotel.

La magra consolazione per il Comune è stata la fideiussione bancaria da 500 euro, richiesta ai concorrenti alla gara di appalto come garanzia per successivi ripensamenti.

Ma ora per la stagione turistica di Erto e Casso e, più in generale, del Parco Dolomiti friulane le cose si mettono davvero male. Il trend turistico è praticamente già avviato. Lo scorso aprile lo sbarco in paese di un'azienda interessata a rilevare l'albergo pareva una sorta di piccolo miracolo burocratico dopo svariate aste deserte. Così che in poche ore l'amministrazione comunale del sindaco Luciano Pezzin aveva dato il via alla definizione del contratto di gestione. L'hotel, che sorge nel cuore del centro storico della Val Vajont, viene locato per 9 anni, con possibilità di un ulteriore rinnovo. Pezzin è anche presidente del Parco e punta molto sul rilancio del turismo grazie ad un netto incremento dei posti letto. L'amministratore è quindi molto preoccupato per la prospettiva di un'estate a porte chiuse. «Faremo un nuovo bando ma a questo punto, dopo le tre aste deserte e l'addio del gestore che si era fatto avanti, temo se ne riparli nel 2016», dice. Il compito principale del locatario sarà quello di richiamare escursionisti, accogliendoli secondo la tradizione culinaria del posto. L'immobile è uno dei pochi rimasti nel Parco con queste caratteristiche. «Eravamo ottimisti perché conosciamo bene le potenzialità del sito», continua Pezzin. «Secondo noi l'edificio può diventare un'ottima occasione di crescita economica per il paese. Si possono ipotizzare vari posti di lavoro per i giovani. Certamente il Comune non può fare più di così, avendo messo a disposizione il tutto a prezzi di estremo favore».

Fabiano Filippin

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