Guerriero: «Nessun polo veneto del latte»

Il presidente spegne la polemica innescata il mese scorso, tra i soci qualche malumore per l’aumento di capitale

Roberto Curto / Cesiomaggiore

«Ai soci dico che il presidente del Polo veneto del latte deve ancora nascere. Se ne riparlerà tra qualche generazione». Il presidente di Lattebusche, Augusto Guerriero, ha provato a rassicurare così ieri mattina la platea dei soci presenti all’assemblea generale della cooperativa. Alla fine ha convinto i più, ma non tutti, perché quella dichiarazione rilasciata il mese scorso con l’auspicio di formare una squadra forte e tutta veneta a difesa del settore lattiero caseario veneto ha mandato in fibrillazione più di qualche socio. «È la mia splendida utopia», ha aggiunto Guerriero, «ma sul tavolo non c’è nulla, vi state preoccupando per una cosa che non esiste».

Macchina indietro tutta quindi da parte dei vertici di Lattebusche in un’assemblea dove a dispetto della partecipazione di soli 80 soci (molti sono rimasti a lavorare nelle stalle approfittando della bella giornata) c’è stato un dibattito piuttosto vivace proprio attorno alla questione di questo ipotetico Polo veneto del latte e su alcune voci di bilancio che non hanno convinto alcuni dei presenti.

ma quanti debiti

A porre la questione è stato il socio Giuseppe Bonan, che ha trovato nella platea l’appoggio di qualche altro allevatore: «Vedo un totale dei debiti che dal 2018 al 2019 è passato da 86 a 96 milioni di euro. Sono molto preoccupato. La mia famiglia ha investito tanto nell’azienda agricola e questo fardello che pesa sull’azienda dovrebbe fare riflettere», la considerazione di Bonan.

A tranquillizzarlo ci hanno provato sia i componenti del collegio sindacale, sia il presidente Guerriero: «Le poste passive ci sono perché a fare da contraltare ci sono le voci all’attivo che danno un quadro solido della cooperativa», gli è stato risposto. «Non deve essere preoccupato dei debiti che la cooperativa per agevolare i suoi soci contrae con il sistema creditizio. Lo fa Lattebusche che proprio grazie alla sua solidità può spuntare interessi passivi estremamente ridotti».

Di fronte allo scetticismo reiterato di Bonan, Guerriero ha allargato le braccia: «Prendo atto delle tue preoccupazioni, ma non le condivido».

il caso camazzole

Il progetto di ristrutturazione del caseificio di Camazzole ha aperto un scontro dialettico: «Non esiste che si parta da un progetto di due milioni di euro e che poi se ne spendano più del doppio», si è levata la voce di un socio. «A casa mia se il progettista sbaglia di così tanto, deve risponderne».

Sul tema è intervenuto Paolo Biacoli del Collegio sindacale: «L’aumento delle voci di spesa si giustifica con un intervento che non è nemmeno paragonabile a quello preventivato inizialmente. Il Cda si è mosso con responsabilità e questo Collegio sindacale ha analizzato passo passo tutti i costi sostenuti ritenendoli un beneficio per i soci».

l’aumento di capitale

Ha riguardato i 52 centesimi per ciascun ettolitro di latte conferito, che andrà così a rafforzare il patrimonio sociale. Un segnale che la cooperativa ha voluto dare all’esterno. Ma la cosa non è piaciuta a tutti, tant’è che si sono registrati cinque voti contrari. Il bilancio al 31 dicembre 2019 è stato invece approvato all’unanimità. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi