Gran boato: frana il Pomagagnon

Terrorizzati i residenti di Chiave, molti sui balconi fino alle ore piccole; ma per fortuna nessun danno

CORTINA. Paura a Cortina: il Pomagagnon frana. Un boato fortissimo, il rumore di sassi che cadono, che si infrangono al suolo e tanta, tantissima paura.

Hanno vissuto attimi di terrore lunedì sera gli abitanti di Chiave. Dal Pomagagnon si è staccato un grande masso. Il boato, intorno alle 20, si è sentito a Chiave e sino a Grava.

Fortunatamente il distacco non ha causato nessun danno.

La roccia si è schiantata al suolo in alto, ben distante dalle abitazioni e dalle strade.

Già lunedì notte c’era stato un primo sopralluogo e ieri mattina la situazione è stata monitorata nuovamente. Il primo a recarsi sul posto è stato il sindaco Andrea Franceschi.

«Non ho sentito il boato», racconta il primo cittadino, «perché mi trovavo ben distante dalla zona di Chiave. Ma ho letto su Facebook, poco dopo le 20, alcuni post di amici che erano allarmati per il boato. Sono quindi andato in sopralluogo, sino a lido Capo Verde e al tornichè sopra Fiames per accertarmi di persona che non vi fossero massi in strada e che l'incolumità di case ed edifici fosse garantita. Sulla strada non c'era niente. Ho poi rassicurato gli amici allarmati».

Gli abitanti di Chiave non hanno comunque passato una notte serena, complice il buio, la vicinanza dell'imponente vetta e l'enorme boato; in tanti hanno trascorso ore sui balconi a controllare che fosse tutto a posto, a sperare che non succedesse nulla di grave e che si trattasse di una caduta isolata.

Il Pomagagnon si è sgretolato per varie ore. Ieri mattina sul posto c'è stato il secondo sopralluogo. A controllare è salito anche il consigliere comunale con delega alla Protezione Civile, Nicola Bellodis.

«Non c'è fortunatamente nessun danno segnalato», rassicura Franceschi, «certo è comprensibile che gli abitanti di Chiave abbiano avuto paura e si siano preoccupati. Tra il rumore, il buio, la pioggia è normale che cresca l'ansia».

In tanti hanno commentato l'accaduto su Facebook e ieri si è tirato un sospiro di sollievo. Con l'alzarsi delle nuvole e terminata la pioggia, al mattino si è visto il distacco. E' molto chiaro infatti il pezzo, nei pressi della terza cengia, da dove è caduto il masso che ha creato il forte boato e che ha spaventato gli abitanti. I distacchi della roccia o le frane a Cortina non sono purtroppo una novità. Tutte le Dolomiti sono soggette a sgretolamenti che si verificano soprattutto in seguito alle abbondanti piogge come quelle che hanno vessato tutto il nord Italia negli ultimi giorni. Si monitora di continuo anche la zona di Alverà, dove proprio venerdì verrà ricordata la frana che, secondo la credenza popolare, fu bloccata a monte dall'intervento della Madonna delle Grazie. Alle 9 nella chiesa di Santa Giuliana verrà celebrata una messa per ricordare il momento in cui i cittadini di Alverà per fermare la furia della cosiddetta “boa di Staulin” hanno portato in processione la statua della Madonna lungo la frazione di Alverà, sino a Staulin. La frana si bloccò a monte e non colpì le case i suoi abitanti. Per riconoscenza a questo intervento miracoloso della Madonna, ogni anno il 16 novembre si celebra una messa.

Alessandra Segafreddo

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi