Gli scatti d’arte di Luca Capuano in centro

Il fotografo di architettura, dopo il viaggio tra i siti Unesco, all’Enoteca Contemporanea

FELTRE. Dalle pietre delle Dolomiti alle pietre dell’Enoteca Contemporanea, il nuovo locale gestito da Paolo Grando in via XXXI Ottobre e che l’altro giorno è diventato il set dell’obiettivo di Luca Capuano, fotografo bolognese di fama mondiale, specializzato nella fotografia di architettura, ma che l’anno scorso ha realizzato anche un viaggio in cinquanta immagini sui siti italiani del patrimonio Unesco.

«Mi piace molto come è stata lavorata la pietra e il rapporto con il legno. Nello stesso tempo è molto interessante la proposta del cibo abbinato al vino», dice Capuano, che lo descrive come «la parte dell’occhio nel mangiare e bere. È una bella architettura, in un bel posto e con un bel prodotto», commenta. «Cerco di rendere l’atmosfera, quella del locale e la parte architettonica, che fa parte del servizio. Sono due linguaggi un po’ diversi che dialogano. È fotografia pura di architettura, facendo vedere il lavoro dell’architetto, della ditta che ha messo in opera il tutto e il lavoro di “styling” del proprietario del locale. Passo da un’inquadratura all’altra rispettando queste tre voci. Lo sbocco comunicativo poi può essere nelle riviste di architettura così come nei giornali specializzati in quello che è il mondo del “food”».

Luca Capuano si è confrontato con le opere dei più grandi architetti italiani ed internazionali e con le opere dei maestri del design. Le sue ricerche sullo spazio lo hanno portato a dialogare con una committenza non solo legata al mondo del design contemporaneo (come Ferrari, Philips, Alitalia) ma anche al settore pubblicitario. Adesso è toccato all’Enoteca Contemporanea, dove la contemporaneità sta nel connubio tra arte (ci sono anche i candelabri in pietra di Greta Rento, inseriti nel locale realizzato da Luca Rento), enologia e cibo, con una ricerca continua sui prodotti del territorio e non solo.

«Stiamo facendo una ricerca meticolosa sul vino, ma anche sul nostro format di cibo, che è il boccone, come piatto da cucina, ma abbinato al calice», spiega il titolare Paolo Grando. «Vendiamo tutto alla mescita, così il cliente può assaggiare anche un solo calice, dal semplice prosecco allo champagne. Uniamo la caffetteria, comprese le colazioni con prodotti locali, all’enoteca nelle quattro fasce orarie giornaliere dalle 7.30 alle 21. Puntiamo ad entrare nella top ten delle enoteche italiane». (sco)

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