Gli edifici abbandonati trasformati in alloggi di edilizia residenziale
belluno
La rigenerazione urbana applicata all’abitare diventa occasione per riqualificare il patrimonio pubblico. Edifici dismessi, abbandonati da anni, che potranno essere ristrutturati (e rigenerati) grazie al nuovo piano proposto dal ministero delle Infrastrutture. Il dicastero ha lanciato un bando, cui possono partecipare i Comuni capoluogo o quelli con popolazione superiore ai 60 mila abitanti, le Città metropolitane, Regioni ed enti pubblici.
L’obiettivo è finanziare progetti di rigenerazione urbana che mirino a ristrutturare immobili abbandonati da anni, al fine di riqualificare o ampliare gli edifici destinati all’edilizia residenziale sociali, ma anche a rigenerare aree e spazi ad alta tensione abitativa, a migliorare servizi (ad esempio le residenze assistite) e infrastrutture, in particolare quelle legate alla ciclabilità.
Il Programma Innovativo Nazionale per la QUalità dell’Abitare (PinQUa) è finanziato con 850 milioni di euro per il 2021, ma il governo intende proseguire lo stanziamento di fondi fino al 2035. L’occasione è importante, per avviare un piano di riqualificazione degli immobili pubblici da destinare a edilizia residenziale, e il Comune di Belluno è già al lavoro per presentare la documentazione necessaria. La scadenza è vicinissima: metà marzo.
«Si tratta di una proposta di lungo periodo che definisce una strategia innovativa per il recupero di immobili di proprietà pubblica abbandonati da anni, il potenziamento di alcuni servizi centrali per il contesto urbano e il completamento di importanti infrastrutture di rete», spiega l’assessore all’urbanistica Franco Frison. «I principi a cui si ispira sono quelli di incrementare la residenzialità senza consumare territorio e migliorare i servizi, in particolare quelli legati alla mobilità ciclopedonale».
È stata avviata una collaborazione con Ater, per capire quali immobili potrebbero entrare nel piano, ma a giorni verrà pubblicato un avviso pubblico per raccogliere l’interesse anche di eventuali soggetti privati che abbiano in programma interventi coerenti con le finalità del bando. Solo gli enti pubblici, però (e questa è una differenza sostanziale con il Bando Periferie) potranno ricevere i finanziamenti.
«Si possono richiedere al massimo 15 milioni di euro e il cofinanziamento non è un requisito obbligatorio. Certo, fa aumentare il punteggio», continua Frison.
Che ha già qualche idea per sviluppare il piano: «Uno sguardo particolare sarà rivolto alla frazione di Levego che è sprovvista di spazi di relazione qualificanti e servizi per gli abitanti. Ma vorremmo anche rigenerare il tessuto residenziale nel centro storico, potenziare e innovare l’offerta residenziale in città». Si può anche ragionare sul riutilizzo di Villa Bizio Gradenigo, chiusa da anni.
«Programmi come questo, e come è stato quello del Bando Periferie, sono strategici», conclude Frison. «Ci auguriamo che venga data continuità a queste proposte, che rappresentano occasioni importanti per riqualificare edifici e parti di città». —
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