Giulia diventa ministro dell’eucarestia: «C’è una grande attenzione per noi donne»

La novità
Giulia, “la parroca”? Giulia De Pra, 27 anni, di Caviola, sorride e glissa: «Lasciamo fare il parroco a don Andrea, io sono pronta a dargli una mano dietro le quinte».
Don Andrea Piccolin è il parroco di Falcade e la giovane De Pra ha un master in psicopatologie dello sviluppo: «No, non intendo andarmene, ma resterò in queste valli», anticipa la domanda sulla fuga dei giovani, «per esercitare la mia professione».
Intanto lei è coinvolta in parecchie attività pastorali.
«La più importante mi è stata assegnata ieri sera. Sono diventata ministro straordinario dell’eucarestia».
Quindi da domani sarà lei a portare la comunione agli anziani, ai disabili, ai malati nelle loro case?
«Sì, compatibilmente con le misure anti Covid. Portare la comunione significa anche portare conforto a un anziano magari solo».
Quindi sostituirà il parroco anche nel ministero della consolazione.
«L’eucarestia è la somma relazione. Quindi è evidente che, come potrò, entrerò nelle famiglie per portare una testimonianza di vangelo e di umanità».
Ma quando si è appassionata al servizio in chiesa?
«All’età di 10 anni e da allora animo la corale della parrocchia. Magari accompagno i canti con la chitarra. Ho fatto parte dell’Azione cattolica, animo i gruppi giovanili, sono nel consiglio pastorale e sono stata eletta anche delegata di tutto l’Agordino nel Consiglio Pastorale».
Ha davvero tutti i titoli per diventare “parroca”.
«Non insistiamo. Di sacerdoti ancora ce ne sono, ma nel prossimo futuro il compito dei laici sarà proprio quello indicato dal vescovo don Renato, financo di coordinare le attività pastorali».
E perfino di celebrare i funerali, se manca il sacerdote.
«Al limite sì. Mi tremano i polsi. Bisogna prepararsi: anzitutto nell’approfondimento e nella testimonianza della fede. E sulle terre alte questa preparazione ha delle opportunità in più su cui fondarsi».
Quali?
«La comprensione della nostra gente. Non è affatto vero che sia chiusa. Se si entra in simpatia (nel senso proprio empatico del termine) l’apertura è assicurata».
Papa Francesco, già nel 2015, parlava di genio femminile. Dove sta per quanto riguarda le donne nella Chiesa bellunese?
«Rispondo con le parole stesse di Francesco. La donna è capace di comprensione e di dialogo, di sensibilità, di misericordia e tenerezza».
Una giovane come lei, che si propone questo orizzonte, partecipa comunque alla vita di tutti gli altri giovani? Festeggia insieme a loro, va al pub, va a ballare? Ha un fidanzato?
«Il mio sogno è di realizzare una famiglia come tutti gli altri miei coetanei. Non faccio nulla di diverso da loro. Ho questa sensibilità che mi porta a coltivare la fede che i genitori mi hanno trasmesso. E se posso aiutare gli altri, sono la più felice».
Con i tuoi amici – e chissà se sono tutti credenti – si trova mai a parlare di fede?
«Se posso condividere un ultimo pensiero, quello che la mia esperienza fino ad ora mi insegna è che la fede è quel mistero che unisce di più di quanto, umanamente, non riusciremo a fare da soli. Al di là dello stato di vita in cui una persona si sente chiamata, al di là delle esperienze che possiamo vivere, c'è qualcosa in più che si muove negli incontri che si fanno, nelle persone che ti trovi accanto, nelle cose che ti vengono chieste, nel tuo piccolo e nella tua comunità. Non dovremo provarci di credere che qualsiasi cosa fatta con fede si riveli sorprendente, per ciascuno e per davvero».
Qual è il modello di Chiesa che ha in testa? Il vescovo Marangoni si sta adoperando per aprire le porte e le finestre affinché entri aria fresca.
«La Chiesa di Papa Francesco. E anche di don Renato, il vescovo. La Chiesa che senza spogliarsi della propria identità, si apre all’altro».
Proviamo a tradurre. Falcade e Caviola sono oggi un’unità pastorale. In futuro, quando non ci saranno preti, le parrocchie resteranno Falcade, Caviola, Canale, Vallada, magari anche Cencenighe. Avranno tanti parroci o parroche, ma un solo sacerdote?
«Potrebbe accadere. Ancora non siamo in queste condizioni, ma dobbiamo prepararci umilmente, cominciando già, ciascuna comunità, a condividere qualche esperienza. Un esempio? Le messe del giovedì santo, le abbiamo celebrate in ciascuna parrocchia, ma la liturgia del venerdì avverrà solo in una e la veglia pasquale in un’altra».
Lei è stata eletta delegata foraniale. Quindi la democrazia è entrata anche nella Chiesa.
«Sì, sono state eletta, non nominata. E proprio la mia vicenda testimonia dell’attenzione delle comunità per le donne. E ce ne sono tante, nella Chiesa di Belluno Feltre, in proporzione forse più ancora dei maschi».
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