Giro di squillo dominicane in appartamenti di Ponte

Una 37enne accusata di favoreggiamento nei confronti di una connazionale I carabinieri lessero di “Susanna tutta panna” e chiesero un appuntamento
Di Gigi Sosso

PONTE NELLE ALPI. Un giro di squillo. Davanti alla caserma dei carabinieri di Ponte nelle Alpi. In via Roma, due anni fa, si potevano trovare belle ragazze dominicane, che ricevevano in abiti ridottissimi e chiedevano tra gli 80 euro e i 100 euro, a seconda della prestazione. Esercitavano in un’appartamento dato in affitto da un bellunese, che ne aveva un altro nella cittadina via Garibaldi, con gli stessi servizi. Ma qui non c’è lui a processo per favoreggiamento alla prostituzione, bensì una trentasettenne dominicana, che avrebbe messo a disposizione la propria residenza a una connazionale, alias “Susanna tutta panna” o “Bomba sexy”, che è la parte offesa. Quell’alloggio doveva essere per forza frequentato da un negoziante di generi alimentari, che portava le provviste quotidiane e l’imputata avrebbe avuto anche quello che in tribunale è stato chiamato accompagnatore.

Il meccanismo descritto in aula era quello, molto semplice, del messaggio sui periodici di piccoli annunci Qui c’è di tutto e Occhio, che adesso non ne ospitano più.

Cambiavano i testi e c’erano anche diversi numeri di telefono da contattare. Il brigadiere del Comando dei carabinieri di Belluno aveva contattato un 328 e tutto il resto per avere un appuntamento pomeridiano. Il tabulato telefonico racconta che erano le 15.12, ma ci saranno altre due telefonate, prima di quella decisiva delle 16 con l’ok a salire. Ci sono diverse celle telefoniche coinvolte: da Montebelluna, a quella del campo sportivo di Castion. Il militare in borghese ha raccontato al giudice Elisabetta Scolozzi, al pubblico ministero Gianluca Tricoli e agli avvocati difensori Patrizia Morettin e Jenny Fioraso di aver chiamato dai paraggi dell’appartamento, ma non può sapere chi gli ha risposto, dandogli le istruzioni. I numeri erano diversi, compresi i personali.

Una volta nell’appartamento, aveva fatto la sua richiesta e saputo l’importo si era qualificato. Non era un cliente, ma un carabiniere obiettivamente impossibile da individuare. Identificazione della donna e tutto quello che serve, in questi casi. Le indagini sono proseguite, per capire chi fosse l’affittuario di quei locali. Anche rivolgendosi alla Ponte Servizi, che è la società alla quale il Comune di Ponte nelle Alpi ha affidato la gestione dei rifiuti, diventando riciclone, a livello nazionale. Le bollette, effettivamente, ci sono.

La difesa ha cercato di contrastare le accuse del pubblico ministero e il giudice Scolozzi ha deciso di rinviare al 9 dicembre, per sentire altri testimoni. Le forze di polizia hanno ascoltato i vicini di casa, dai quali avrebbero ricevuto delle conferme sull’attività che si svolgeva tra due numeri civici della centralissima via Roma.

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