Giovanni Rana si racconta «Innovazione e fantasia»

Giovanni Rana, ospite di Paolo Doglioni
BELLUNO.
L'anno prossimo il Pastificio Rana Spa compirà 50 anni. Tra il 1971 e il 1972 il laboratorio per la produzione di tortellini e pasta fresca fondato 10 anni prima da Giovanni Rana veniva infatti trasferito nella sua sede attuale, a San Giovanni Lupatoto (Verona). Nato nel 1937 a Cologna Veneta, Giovanni Rana è partito come fornaio e, appena intrapresa l'attività di pastaio, consegnava i tortellini trasportandoli su un motorino. «L'azienda è cominciata con me e tre donne, poi passate a cinque», racconta Rana, «dovevo arrangiarmi, con la tenacia sono arrivato dove non avrei pensato. All'inizio degli anni Novanta ero stato "assediato" dalle multinazionali, che volevano assorbirmi, dicendomi "Se non vendi fallisci". Invece sono andato per la mia strada». E oggi il Pastificio Rana conta 1.200 operai, 5 stabilimenti e ha chiuso il 2010 con un fatturato di 360 milioni di euro, che nei primi mesi del 2011 è cresciuto del 10%, nonostante la crisi. L'ultimo progetto riguarda l'apertura di 30 trattorie in tutta Italia, ma anche 4 in Svizzera e i prossimi obiettivi sono Londra e Parigi. Un successo che deriva da quali fattori? «Prima di tutto da tanta ricerca», afferma Rana, «e anche da tanta innovazione e fantasia, senza però dimenticare la tradizione e tenendo presente che la qualità è un aspetto dal quale non si può prescindere». Ma il punto su cui l'imprenditore veneto ha concetrato la propria attenzione è anche il passaggio generazionale. «Ci sono tante imprese eccellenti che, nel momento in cui il fondatore cede il testimone, falliscono, per vari motivi. Se non avessi avuto un figlio, Gian Luca, con la mia stessa passione, le cose sarebbero andate in modo diverso». E alla domanda del presidente di Federalberghi Gildo Trevisan, che ha chiesto se anche in aree di montagna si può essere competitivi, Rana risponde: «le specializzazioni locali sono fattori senza dubbio da sfruttare, non dimenticando però che bisogna farle conoscere anche al di fuori del territorio». Uno strumento, quello della comunicazione, su cui Rana ha puntato, mettendo la propria faccia in spot televisivi. «Un modo», spiega, «per garantire al consumatore la qualità del prodotto, per dare sicurezza». Anche se, negli ultimi anni, l'impegno per mantenere la qualità diventa sempre più arduo, sia per una questione di costi, vista anche la crisi, ma anche a causa della competitività a livello europeo. «In ogni caso», aggiunge Rana, «se dietro la comunicazione non c'è la qualità non si va da nessuna parte». I rappresentanti di Confindustria Belluno presenti in sala hanno messo in risalto le difficoltà peculiari che devono essere affrontate dalle imprese di piccole dimensioni, anche nel caso in cui ci siano giovani che vogliono mettere in piedi un'attività propria. «Ai giovani dico che la volontà non ha territorio», commenta Rana, «e di specializzarsi. Sembra che sia già stato creato tutto, ma in realtà bisogna puntare sul perfezionamento, sul rinnovamento Come sarebbe importante che le piccole realtà aziendali non si facessero la guerra. Spesso è possibile sfondare partendo da una nicchia, se si mettono insieme le forze. In Italia siamo piccoli e ingegnosi, ma purtroppo spesso inefficaci». (m.r.)
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