Giorgia Hofer, l’astrofotografa che piace alla Nasa

La cadorina incoronata per la terza volta con la foto astronomica del giorno (Apod) dall’agenzia aerospaziale statunitense: «Serve pazienza e spirito d’osservazione»

Gli scatti stellari di Giorgia incantano la Nasa: si aggiudica 2 apod in 15 giorni

BELLUNO. È nata una stella. La Nasa incorona Giorgia Hofer, astrofotografa cadorina, originaria di Valle, dove risiedono i genitori, ma stabilitasi a Laggio, dove vive e lavora, impiegata in un’agenzia di grafica.

La passione per la fotografia l’ha portata per la terza volta sul tetto del mondo. È suo l’Apod di ieri, foto astronomica del giorno, scelta dalla Nasa per il proprio sito web. Un riconoscimento accolto con soddisfazione dalla Hofer, che ha colto l’occasione per raccontare la sua lunga marcia di avvicinamento al successo astronomico.

«Fin da bambina ho sempre avuto la passione per le stelle. Poi nel 2010 ho conosciuto l’Associazione astronomica di Cortina, alla quale mi sono iscritta, iniziando un percorso diverso, professionale, di conoscenza e scoperte, pur lasciando l’argomento nel contesto della passione. Non ho mai pensato di trasformare tutto questo in un vero e proprio lavoro: nella vita quotidiana faccio altro, mi occupo di grafica, anche se idealmente i due mondi corrono paralleli, ogni tanto intrecciandosi tra loro».



Eppure i successi non sono tardati ad arrivare: «Nel 2014 ho vinto il primo premio del concorso internazionale denominato the “World at night nella sezione against the light”, con la foto “Lights in the sky”. Nel 2016 e 2017 poi, due mie foto sono state selezionate per il concorso “Insight astronomy photographer of the year”. Entrambe sono state pubblicate, a Londra, sull’omonimo libro dell’osservatorio reale di Greenwich. Sempre nel 2017 mi è stato assegnato il primo Apod con la foto “The Bull’s eye and the young moon”. Il resto è storia recente, che non cambia il mio modo di vedere e vivere quella che era e resta la mia più grande passione: l’astrofotografia».



Vivere in montagna agevola il compito di un astrofotografo: vero o falso?

«Verissimo. Non tanto per il paesaggio, che rappresenta da solo uno spettacolo eccezionale da fotografare, ma soprattutto perché l’aria di montagna non è soggetta a inquinamento atmosferico e questo agevola lo scatto di fotografie verso il cielo, cosa che in pianura riesce sicuramente con maggiori difficoltà. Io, poi, ho la passione per le camminate in montagna, questo facilita il compito, perché a volte per raggiungere un posto ritenuto ideale per scattare alcune foto serve tempo edanche fatica».

Come si sviluppa l’uscita tipo di un’astrofotografa?

«Bisogna studiare tutto nei minimi particolari al fine di evitare di effettuare un’uscita a vuoto, perdendo tempo, sonno e perché no anche denaro. Intanto bisogna conoscere alla perfezione le previsioni meteorologiche. È importante stabilire l’evento che si intende fotografare: un’eclissi di luna ad esempio, o particolari congiunzioni. Ci sono eventi che si sviluppano all’alba, altri al tramonto. Variano anche le tecniche di scatto. Io solitamente concentro tutto in un paio d’ore, scatti compresi. Ne effettuo solitamente una quarantina. Serve pazienza e un ottimo spirito di osservazione e adattamento. Uscire in piena notte in montagna significa dover fare i conti con il freddo. Lo spettacolo, però, ripaga ogni sforzo. La notte mette serenità, c’è silenzio, un’atmosfera magica».

Il conseguimento di un Apod da parte della Nasa cosa porta nella vita di un’astrofotografa?

«Nulla se non il prestigio. Non esistono riconoscimenti economici. Tutto resta confinato nell’ambito della passione e a me va benissimo così. Non chiedo altro, il mio obiettivo non è mai stato quello di diventare una fotografa professionista, mi piacerebbe, però, conseguire altri Apod, questo sì. Non voglio fermarmi qui».

E cos’altro chiede Giorgia Hofer al suo futuro di astrofotografa?

«Immortalare una nuova eclissi di luna. L’ho già fatto, nel 2016, in Indonesia. La prossima sarà in Spagna, geograficamente più vicina. Una cosa che mi piacerebbe tanto poter fotografare è l’aurora boreale».

Chiusura dedicata ai ringraziamenti: chi in primis?

«Il mio compagno Rudy che mi supporta e accompagna nelle uscite notturne che da sola probabilmente non farei per paura. Ci sono poi gli amici del gruppo Pictores Caeli: Marcella Giulia Pace, Alessia Scarso, Dario Giannobile e Marco Meniero, bravissimi astrofotografi che condividono con me la passione per il cielo stellato. Un pensiero infine lo rivolgo ad Alessandro Dimai, recentemente scomparso». —
 

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