Già 46 mamme donatrici di sangue cordonale

BELLUNO. Mamme bellunesi campionesse di donazione del sangue cordonale. Il primato è curioso e per certi versi anche insolito, trattandosi di una novità assoluta per il nostro territorio. La...

BELLUNO. Mamme bellunesi campionesse di donazione del sangue cordonale. Il primato è curioso e per certi versi anche insolito, trattandosi di una novità assoluta per il nostro territorio. La possibilità di donare il cordone ombelicale, permettendo così di conservare e donare il sangue contenuto a scopi terapeutici, è arrivata all’ospedale di Belluno a settembre, grazie a un’apposita convenzione stipulata tra l’associazione Admor-Adoces di Treviso e l’Usl 1 Dolomiti, che presto si estenderà anche all’ospedale di Feltre. Essa prevede il supporto di volontarie e ostetriche al personale ospedaliero, l’organizzazione di iniziative divulgative e consulenze personali. Proprio nel centro trasfusionale dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso si trova la banca dove sono state registrate a oggi oltre 1.100 donazioni, comprese le 46 delle mamme bellunesi.

Un numero lusinghiero che, se analizzato, assume un significato ancora più profondo. «Sono molte di più le donne che si rendono disponibili alla donazione, ma non tutte possono farlo», spiega la presidente Alice Vendramin Bandiera, «ci sono vari impedimenti, come la patologie tiroidee e tumorali. Per questo il dato di Belluno ci stupisce ancora di più».

d oggi sono 19 le donne in tutto il mondo risultate idonee a un trapianto di sacche trevigiane, che è un numero altrettanto importante, anche se per l’associazione il nodo resta sempre quello di riuscire a trasmettere un’informazione corretta e completa alle coppie in attesa di un figlio. «Il sangue è impiegato nei trapianti per curare gravi malattie, ma anche per aiutare i bimbi nati prematuri. Le unità donate rappresentano la salvezza per coloro che non trovano un donatore compatibile in famiglia», sottolinea Vendramin. «Il sangue cordonale è una risorsa che può essere accantonata dalla neomamma nel caso in cui vi siano fratelli affetti da patologie maligne o genetiche o da disordini immunologici, o qualora il nascituro stesso ne abbia bisogno, in queste circostanze è prevista la conservazione gratuita del sangue cordonale per uso autologo».

La banca trevigiana raccoglie le donazioni dei punti nascita delle province di Treviso e degli ospedali – per ora – di Belluno, San Donà e Portogruaro. «Anche per la sindrome di Down è prevista la raccolta del sangue cordonale a uso dedicato».

Il sangue cordonale non compatibile nell’arco dei dieci anni di accantonamento può essere usato per realizzare un gel piastrinico con cui curare ulcere del piede diabetico, per l’epidermolisi bollosa dei cosiddetti “bambini farfalla” e per produrre colliri per la sindrome Des. A breve la stessa banca avvierà la produzione di questi colliri.(f.v.)

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