Gazzi: «Siamo il vero quartiere da battere»

FELTRE. Il leone è a digiuno da due anni ma non è indebolito, anzi è famelico. Bisogna stare attenti perché è là in agguato. Dopo aver fatto dodici (palii vinti) nel 2012, il Castello vuole tornare alla vittoria.
La sfida è lanciata: «Siamo belli carichi, abbiamo ottime squadre, però tutti e quattro i quartieri siamo a livelli alti e molto probabilmente sarà il quinto quartiere in campo a decidere, che è la sorte. Vedremo chi preferisce baciare. Ci vuole un po’ di orgoglio in più e la fortuna, anche con il tempo per la manifestazione oltre che nelle gare», dice il presidente del leone rampante Marco Gazzi, che da sempre indossa i colori del Castello.
Lo ha fatto prima come atleta, poi come Maestro di campo e adesso con l’incarico al vertice. È con il senso di appartenenza (e l’orgoglio) gialloazzurro nel petto che ha accettato di prendere in mano le redini del quartiere nel biennio.
«L’impronta è quella di “fare quartiere” e tentare di tirare su i giovani, perché sono loro che dovranno andare avanti. Ce ne sono tanti che hanno voglia di fare e responsabilizzandoli si sentono più partecipi anche nelle decisioni. È anche una piccola prova», spiega Gazzi, con la volontà di creare un gruppo affiatato e auspicando che «il nostro entusiasmo sia uno stimolo per l’ingresso di nuovi contradaioli. Ho una buonissima squadra e l’animo è quello di voler conquistare la vittoria. È da due anni che siamo senza e non ci siamo nemmeno abituati. Lo dimostra il numero di palii che abbiamo vinto (dodici, più di tutti)».
C’è entusiasmo, ma non è solo questo: «Lo spirito del Palio è sempre altissimo. C’è un miscuglio di sensazioni e di tante cose: la responsabilità del primo anno da presidente per cui bisogna tenere alto il morale e anche i colori con la responsabilità che ne deriva. Si vuole vincere e non si sa se si vince. Con l’avvicinarsi del Palio si sente di più la pressione. Sono un agonista, ma non un impetuoso, ragiono con calma quindi vediamo di stare tranquilli il più possibile».
In questi giorni c’è la passione e ci sono gli impegni, «che sono tantissimi nell’ultima settimana». Non sono solo tre giorni di festa e di competizione, «è piuttosto un modo di pensare e di fare che comporta un impegno costante durante tutto l’anno. Tra persone accomunate da una grande passione, l’amore per il Palio, si crea una squadra che deve essere competitiva a livello di gare, ma anche all’interno delle cucine e in ogni aspetto», aggiunge Gazzi. Di strategie è difficile parlare: «Serve il massimo della flessibilità. Aspetterò fino alla fine, cercando di capire cosa vogliono fare gli altri e da là tentare di fare la strategia più idonea». Il quartiere da battere? «Noi. Siamo noi che dobbiamo dare qualcosa in più. Il Duomo negli ultimi anni ha fatto man bassa, però non ci fa paura».
Raffaele Scottini
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