Galleria Comelico, ecco la discarica: dai lavori 80 mila metri cubi di materiali inerti

Oltre ai disagi legati alla viabilità, in due anni e mezzo per la ristrutturazione del tunnel si produrrà una montagna di cemento, ghiaia e terra da portare via
Francesco Dal Mas
La galleria del Comelico, resterà chiusa la notte per novecento giorni a partire dal 18 settembre
La galleria del Comelico, resterà chiusa la notte per novecento giorni a partire dal 18 settembre

Ristrutturazione della Galleria del Comelico: in due anni e mezzo di cantiere l’impresa Collini di Trento scaverà una montagna di inerti, ben 80 mila metri cubi. E quindi, tra i tanti problemi che l’opera darà, a partire dai primi giorni di settembre, quando inizieranno i lavori, ci sarà anche quello della collocazione di questi materiali: serve una nuova discarica in zona, se non due, con conseguente disagio di via vai di camion, e polvere.

Il vicepresidente dell’Unione Montana del Comelico, Marco Staunovo Polacco, l’ha detto in Prefettura: la discarica per inerti di Santo Stefano si sta avviando all’esaurimento. Ha ancora una disponibilità di duemila metri cubi, ma questi devono essere lasciati a servizio delle imprese locali, quindi della comunità di valle per le sue esigenze.

Il timore

Il timore di Staunovo e degli altri sindaci è che il Comelico, in presenza della necessità di smaltire questo tipo di rifiuti sia costretto a ricorrere lontano dal territorio, con maggiori costi. La montagna da asportare dal tunnel del Comelico comprende materiali diversi. La galleria con i suoi 4 km di sviluppo è la terza più lunga del Veneto. Sarà abbattuta tutta la volta in calcestruzzo. Si tratta di un materiale speciale, che quindi verrà conferito in una discarica adatta, ovviamente a pagamento, pare dalle parti di Sospirolo.

Il riserbo, nel merito, è comprensibilmente mantenuto ai livelli massimi, anche perché si tratta di migliaia di camion in movimento attraverso 70 chilometri di percorso. Ma i lavori di messa in sicurezza comportano anche lo scavo del sedime stradale, per una profondità di un metro. La ghiaia e la terra, in questo caso, verrà accantonata, per essere poi recuperata per il futuro sedime. Ma quali saranno le aree di parcheggio? Ecco un interrogativo che preoccupa i sindaci del Comelico e di parte del Cadore.

La soluzione

«Verranno cercati, se già non lo si è fatto, siti il più vicino possibile al cantiere, per evitare costi di trasporto supplementari» puntualizza Alfredo Comis, sindaco di Santo Stefano, «Non ci sono oggi aree di discarica. Dovremo autorizzarle. Ci siamo raccomandati, noi sindaci, che vengano individuati luoghi remoti, isolati, di nessuna compromissione ambientale. Altrimenti un’alternativa è il deposito di Perarolo, ma anch’esso ormai ai limiti». Questo, dunque, è l’ennesimo nodo che i sindaci si trovano a sciogliere per quanto riguarda la gestione della galleria.

La chiusura notturna

La chiusura notturna della Galleria del Comelico per i lavori scatterà dal 18 settembre, ma la ditta Collini prenderà possesso del tunnel dai primi giorni del prossimo mese. Sarà presente con 25 dipendenti, ai quali si aggiungeranno decine di collaboratori delle varie realtà degli appalti. Collini ha fissato la sede operativa ad Auronzo mentre per i collaboratori ha affittato stanze tra Auronzo e Santo Stefano. Subito dopo Ferragosto i sindaci incontreranno i dirigenti dell’impresa trentina per definire i problemi parzialmente ancora aperti. Il tema principale è quello del rispetto della fascia d’apertura. E in particolare dei lasciapassare per gli autisti Mom, medici, infermieri e operatori socio sanitari che devono entrare o uscire dal Comelico prima delle 6 del mattino e dopo le 22, la fascia oraria di chiusura al traffico della galleria per permettere i lavori. I sindaci, cioè, vogliono la garanzia per questi transiti. Hanno ricevuto l’annuncio da parte di alcune operatrici della casa di riposo di Feltre che, piuttosto di salire e scendere dal passo Sant’Antonio, di notte, si licenzieranno, avendo opportunità d’impiego in Cadore.

il nodo risarcimenti

«Prima ancora che il cantiere parta» dice Comis «dovremo chiarire, in sede politica, il tema delle compensazioni e soprattutto dei risarcimenti». Sarà aperto, al riguardo, un tavolo con Roma, direttamente con il Governo, una volta debitamente informata la Prefettura. A suo tempo si era calcolato che in presenza della chiusura di notte e di un’apertura a singhiozzo (quindi oraria) di giorno, i danni si sarebbero potuti quantificare in 700 euro l’anno ad abitante. Grazie alle nuove disponibilità dell’Anas – che ha archiviato l’ipotesi della chiusura 24 ore su 24 del tunnel – la cifra si abbasserà di molto, ma non si esaurirà. Si pensi soltanto che la galleria sarà transitabile di giorno a non più di 30 km l’ora: nonostante la presenza del cantiere, si riuscirà a garantire il doppio senso di marcia ma ci sarà comunque l’effetto imbuto, amplificato dalla bassa velocità.

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