Frana di Cancia, vertice in municipio: si decidono le prime misure in emergenza
Nel pomeriggio il sindaco, la Provincia, i Vigili del fuoco, Anas, prefetto e tecnici si sono riuniti a Borca di Cadore per capire quali provvedimenti adottare
Si continua a spalare a Cancia. Il giorno dopo la colata di acqua, fango e sassi scesa dall’Antelao, è tempo di prendere decisioni. Ci sono almeno 70 mila mc di materiale da rimuovere, fra i vasconi di contenimento, che si sono completamente riempiti, e il paese.
Un’area per lo stoccaggio è già stata individuata (è uno spazio vicino al campo sportivo di Borca), altre sono state valutate nel corso del vertice odierno con tutti gli attori della macchina operativa.
«La priorità è liberare le strade e i vasconi», anticipava, ante vertice, il consigliere provinciale delegato alla Protezione civile e Difesa del suolo, Massimo Bortoluzzi. «Per le vasche ci vorranno almeno tre o quattro settimane. Poi bisognerà ripristinare le opere che sono state danneggiata dalla colata». Serviranno milioni di euro.
Stamane il presidente del Veneto Luca Zaia ha sentito il presidente della Provincia Padrin per avere informazioni dirette e aggiornate sulla situazione e manifestare la vicinanza della Regione; nel pomeriggio invece era in programma un incontro tra il senatore bellunese Luca De Carlo e il ministro per la Protezione Civile Musumeci.
Preoccupano alcuni massi ciclopici in quota: «L’impresa è già al lavoro per farli brillare ed evitare che possano muoversi», aggiunge Bortoluzzi. Per quanto riguarda l’Alemagna, si lavora per riaprirla e per definire una sorta di protocollo da attuare in caso di altri episodi di forte maltempo. Fino a quando le vasche non saranno state svuotate, infatti, serviranno grandi precauzioni, fra le quali non si può escludere anche una chiusura della statale durante i temporali. Ma questo aspetto è in fase di valutazione.
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