Firma digitale rifiutata per i farmaci di fascia C

belluno
Arrivano in farmacia con la ricetta bianca firmata digitalmente dal medico di famiglia per acquistare ansiolitici, anticoncezionali o medicinali comunque non rimborsabili dal Sistema sanitario nazionale, ma si sentono rispondere che quel documento non è valido: «Manca la firma del medico». E così il paziente deve tornare in ambulatorio e farsi rifare la ricetta.
Il disservizio, che si sta registrando sempre più di frequente in provincia, è noto tra i farmacisti, tanto che l’Ordine di categoria ha inviato agli aderenti una nota su come comportarsi. «Ci è stato segnalato che, con frequenza crescente, si presentano in farmacia utenti per farmaci di fascia C (farmaci soggetti ad obbligo di ricetta medica, ma non concedibili dal Sistema sanitario nazionale, ad esempio gli anticoncezionali) senza la ricetta medica con firma autografa del medico. In poche parole, arrivano muniti di un foglio riportante la prescrizione e la dicitura “firmato digitalmente”», scrive il presidente dell’Ordine dei farmacisti, Alessandro Somacal.
Dopo il rifiuto di dispensare il farmaco dietro la presentazione di un foglio di carta di cui non è possibile verificare l’autenticità, è spuntata anche la diffida che un medico ha consegnato a un paziente: «Presentala al farmacista che non vuole darle i farmaci», ha detto il camice bianco.
«Ricordiamo», sottolinea Somacal, «che la ricetta è lo strumento tecnico che autorizza il farmacista a dispensare il medicinale sotto la propria responsabilità: essa costituisce la prova documentale delle distinte responsabilità del medico e del farmacista. In base alla normativa attuale, solo e soltanto le ricette elettroniche dematerializzate per farmaci per uso umano distribuiti in farmacia tramite la convenzione col Sistema sanitario nazionale, possono e devono essere firmate digitalmente. Tale normativa non si estende alle prescrizioni di farmaci non rimborsabili, ripetibili e non ripetibili, che pertanto devono essere tuttora redatte su carta con apposizione della firma autografa del medico».
I farmacisti, come sottolinea anche Roberto Grubissa di Federfarma Belluno, non mettono in discussione la validità della firma digitale, ma il fatto che l’utente si presenti in farmacia «con una stampa della ricetta su carta, che non permette di verificare la firma digitale. In poche parole, potrebbe trattarsi di una fotocopia».
Il farmacista, poi, appone anche sulla ricetta timbro, prezzo e numero di confezioni consegnate, così da sapere quante confezioni sono state erogate e se il paziente ha diritto ad averne altre. «Tutto ciò con la ricetta firmata digitalmente non è possibile, perdendo un importante meccanismo di controllo. Il rischio per l’utente è legato al possibile abuso di farmaci».
Per questo i farmacisti chiedono un meccanismo integrato e concordato tra Stato, Regioni e professionisti, estendendo l’attuale sistema della ricetta dematerializzata ai farmaci di fascia C . —
paola Dall’Anese
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