Filo di Arianna per la Gastroenterologia

Donazione di oltre 36mila euro per dotare il servizio degli strumenti informatici per archivio e referti

FELTRE. C'è un'altra associazione che da molti anni contribuisce al potenziamento delle dotazioni nei centri di eccellenza del Santa Maria del Prato. È l’associazione Filo di Arianna, presieduta da Angelo Pasquale Pioggia che ha donato gli strumenti tecnologici del sistema informatico, di archiviazione diagnostica e di refertazione alla gastroenterologia dell’Usl 2. Il valore complessivo della donazione ammonta a 36 mila 600 euro. Le nuove attrezzature e il potenziamento del sistema tecnologico donati da “Arianna, il filo della solidarietà” consentono un ulteriore miglioramento dell’archiviazione dei dati e delle immagini in alta definizione. Si tratta di una piattaforma essenziale per implementare l’attività scientifica e di ricerca clinica che da sempre fanno parte della mission dell’unità operativa inserita nel dipartimento a valenza regionale di chirurgia oncologica gastrointestinale, accanto all’impegno primario dell’attività assistenziale.

La sinergia tra azienda e sodalizio Arianna, che si è consolidata nel corso degli anni (risale al 2000 la prima dotazione ossia la pillola endoscopica) permette di potenziare la qualità delle cure offerte grazie all’unità di intenti, l’approccio di sistema e l'impiego congiunto di risorse tra i due enti. Un centro di riferimento regionale per la chirurgia oncologica del tratto gastrointestinale, del resto, non può prescindere da una diagnostica di prim'ordine.

Lo sa bene la dirigenza strategica dell'Usl che, solo di videocapsule endoscopiche (quelle che attraversano il tratto evidenziando anche le lesioni non riscontrabili con le tradizionali metodiche, e le malattie infiammatorie dell'intestino non meno insidiose), ha speso l'anno scorso oltre 45 mila euro. E programma anche per il 2014/2015 l'acquisto di ottanta videocapsule per la diagnosi delle malattie dell'intestino tenue, al costo di 574 euro l'una, investendo quindi altri 45 mila euro. Queste “pillole” che il paziente assume perché possa essere “filmato” l'intero transito, in tempo reale mediante una webcam utilizzata dal gastroenterologo in sede di esame, sono “usa e getta”.

Da qui l'importanza di selezionare bene i casi a seconda del sospetto diagnostico e anche dell'età del paziente. La videocapsula è stata utilizzata anche in bambini molto piccoli (il primo aveva cinque anni) permettendo di confermare la diagnosi di celiachia.(l.m.)

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