Figlio minore cacciato da casa padre e matrigna in tribunale

Il ragazzo si è rifugiato dalla nonna materna fino a quando ha trovato la forza per denunciare la sua penosa situazione 

FELTRE. Cacciato da casa. Un ragazzo di Feltre è stato maltrattato a tal punto dal padre e dalla matrigna da essere buttato in mezzo a una strada, nel marzo dello scorso anno.

L.M. e N.Z. sono stati rinviati a giudizio per maltrattamenti in famiglia e l’uomo anche per violazione degli obblighi di assistenza familiare. Quando era ancora in casa il ragazzo aveva dovuto rifugiarsi in soffitta, perché la sua camera era stata assegnata alla figlia della donna, la sorellastra. Il processo era stato chiesto dal pubblico ministero Tollardo e il gup Scolozzi ha fissato l’udienza di smistamento per il 16 gennaio dell’anno prossimo, alle 10, davanti al giudice Feletto.

I due imputati sono difesi dall’avvocato Enrico Rech, mentre l’adolescente (non ha ancora compiuto i 18 anni) si è costituito parte civile con Roberta Resenterra. Alla fine del processo potrà chiedere un risarcimento danni.

Entrambi l’hanno maltrattato, in particolare la matrigna. Quanto al genitore, non è nemmeno mai intervenuto in sua difesa dopo che la moglie si era tolta la vita.

Gli insulti erano quotidiani e andavano dall’alcolizzato al drogato, passando per altre gentilezze assortite. Per non parlare dei dispetti, ad esempio quello di buttargli via i vestiti. Niente in confronto a quando hanno cominciato a lasciarlo senza pranzo e cena, costringendolo a rivolgersi alla nonna materna. La matrigna l’ha aggredito in almeno tre occasioni, secondo la Procura della Repubblica: per due volte gli ha premuto il gomito sulla gola, prendendolo poi a schiaffi e in un caso gli ha puntato il manico della scopa alla gola.

Le violenze potevano essere fisiche o anche psicologiche. Tremenda quella di essere stato la causa del suicidio della madre.

Le condotte contestate sono andate avanti dal settembre 2017 al maggio 2018, quando ormai il ragazzo era stato cacciato di casa da un paio di mesi. Il padre è accusato anche di non aver mai provveduto al suo mantenimento e sostentamento, anzi di averlo, in qualche maniera, espulso: dal vitto al vestiario e alle cure dentistiche. Non gli è mancata la disponibilità economica, semmai la volontà, nel periodo compreso tra il gennaio e il giugno dello scorso anno.

Il ragazzo se l’è cavata con l’aiuto indispensabile della nonna e, a un certo punto, ha trovato la forza per denunciare la sua penosa situazione.

In casi come questo il minore viene sentito in audizione protetta, in Procura della Repubblica, affinché racconti tutto quello che di penalmente rilevante gli è successo, magari con l’assistenza di uno psicologo. Le indagini preliminari hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio, che è stata accolta dal giudice, alla fine dell’udienza preliminare di ieri mattina. Se ne riparlerà alla metà di gennaio. —

Gigi Sosso



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