Festa nella casa alpina Mari di Nebbiù

PIEVE DI CADORE. «La casa Bruno e Paola Mari di Nebbiù di Cadore, dell’Opera diocesana di assistenza, non è solo una casa per ferie - spiega la presidente dell’Oda, Renata Serafin - ma è anche una casa di accoglienza, di ospitalità, dove tutti i suoi ospiti, dai bambini alle famiglie, alle persone della terza età, ai sacerdoti, possono trascorrere non solo una vacanza per rinsaldare il corpo, ma anche un luogo dove rinfrancare lo spirito».
Così la presidente Serafin ha tracciato l’immagine della grande e moderna struttura che oggi accoglie circa 200 persone, parlando ai numerosi invitati cadorini e non, tra i quali l’arcidiacono del Cadore Monsignor Diego Soravia, il parroco di Tai e Nebbiù don Enrico Roncaglia, monsignor Emilio Silvestrini e Enrico Trevisan, che hanno partecipato all’annuale festa della Casa. Una tradizione che si svolge alla vigilia della festa dell’Assunta, iniziata con la messa concelebrata dal vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo e da altri sette sacerdoti ospiti della struttura.
Nell’ampia chiesa interna affollata in ogni ordine di posti, con suor Giuliana come cerimoniere, il vescovo Pizziolo nella sua omelia, ha illustrato la figura di Maria, che ha stabilito ancora prima del concepimento del figlio, la sua relazione con Dio. È stata una omelia tutta spirituale, della quale molti presenti hanno riconosciuto la validità.
Prima del saluto finale, la presidente Renata Serafin ha tracciato una relazione morale sui motivi che fanno vivere e prosperare questa struttura ormai aperta non solo ai fedeli della diocesi di Vittorio Veneto, ma anche alle altre comunità del Veneto, annunciando anche che quest’anno la casa rimarrà aperta fino al 12 settembre, quindi due settimane in più del solito. È toccato poi ad una ospite abituale della casa, ricordare ai presenti che proprio questa estate c’è stato un cambio nella direzione della struttura. Insieme ai ringraziamenti per la vecchia direttrice, c’è stato l’augurio di buon lavoro per il nuovo direttore. Al termine della funzione, il tradizionale brindisi e poi la cena speciale realizzata dallo staff che gestisce il ristorante della casa: piatti curati e molto graditi dagli ospiti. L’incontro conviviale ha posto in risalto anche l’aspetto culturale e turistico dell’attività di accoglienza, esercitata grazie all’animazione che la struttura riesce ad organizzare con la collaborazione della signora Annalisa Pasqualetto e dello studioso d’arte Francesco Brugin. Un’attività che potrebbe essere ancora maggiore se sarà superato l’handicap della mancanza di una linea di autobus che colleghi la casa con i paesi vicino, anche con una corsa serale. (v.d.)
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