Fent: «Il misterioso “mago” era Marco Bee»

MUGNAI DI FELTRE. Pronostici e…magia. Oltre alla previsione vincente di mister Gabriele Fent raccontata nel pezzo qui sopra, c’era un’altra storia curiosa attorno a quella Juventina.
Girava voce di un vate del calcio di Mugnai che, nei prepartita, non sbagliava mai il pronostico. Neppure nel post promozione venne reso pubblico il nome, invece stavolta eccolo qui per voi lettori.
«Era Marco Bee – ammette proprio Fent – in quegli anni nostro giocatore. Queste sue previsioni divennero una sorta di filo conduttore, con il quale cercava di influire positivamente sui compagni di squadra. Situazioni così servono a sdrammatizzare un po’ durante i momenti più difficili di una stagione».
78 punti complessivi in quel campionato. Praticamente, appena 12 lasciati per strada.
«Venne coronato un ciclo, iniziato con il rischio retrocessione in Terza, poi la risalita fino a quello spareggio di Sedico e il trionfo successivo di cui stiamo parlando. Eravamo una bella squadra ma non c’erano fenomeni di categoria superiore, e soprattutto nessuno, sottoscritto compreso, percepiva rimborso. Solo passione in campo».
E tra l’altro, mica c’era un campo spettacolare come quello che adesso ospita la Juventina nella sua frazione. Le partite casalinghe si giocavano sì allo Zugni Tauro, ma gli allenamenti…
«Praticamente in un cortile, mentre andare allo Zugni per quanto equivaleva comunque spostarsi lontano dalla propria casa. Però, nonostante le difficoltà logistiche, abbiamo disputato un campionato straordinario. Un aiuto fondamentale arrivava dalla società: mai una pressione, mai la richiesta di determinati risultati. Eravamo una gioiosa macchina da guerra».
Però, come già detto, mica facile rimettere in sesto i cocci dopo la delusione di qualche mese prima…
«No, non è stato facile. La differenza è stata questa: in altre situazioni, si sarebbe spaccato lo spogliatoio, certi meccanismi sarebbero venuti meno e difficilmente avremmo potuto tornare a primeggiare. Invece la sconfitta di Sedico è servita a dare nuove motivazioni e infatti abbiamo subito spaccato il mondo, come si dice in questi casi. Di tutto ciò, occorre dare merito ai ragazzi. Non è un caso che, l’anno dopo, per quanto non avessimo di sicuro una formazione costruita per competere ai vertici della Prima Categoria, disputammo un gran campionato. Con l’umiltà e la voglia di far bene si possono ottenere grandi cose». (dapo)
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