Feltre, nuova illuminazione all’area archeologica: obiettivo apertura in tarda primavera

Procede a buon ritmo la manutenzione straordinaria. Verrà rifatto anche l’impianto di condizionamento
Raffaele Scottini

Obiettivo riapertura dell’area archeologica sotto il sagrato del Duomo per la tarda primavera-inizio estate.

I lavori di manutenzione straordinaria in corso riguardano in particolare il rifacimento del sistema di illuminazione e stanno procedendo a buon ritmo, sotto la regia della Soprintendenza, proprietaria del sito.

L’impianto all’interno è ancora quello di ventotto anni fa, quando l’area è stata aperta, e adesso i vecchi neon verranno sostituiti da fari a Led che daranno al complesso una nuova visione, sotto una luce più calda rispetto al sistema attuale, potendo cambiare anche intensità e colore in base alle occasioni e alle attività che possono essere svolte.

Sarà un’illuminazione mirata per mettere in risalto i reperti, a cui si aggiunge l’ammodernamento dell’impianto di condizionamento.

Il cantiere era in programma già da qualche anno, però è slittato per i tempi della burocrazia, degli appalti e poi anche a causa del Covid. Come specificato all’inizio dei lavori dallo stesso organo di tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, «gli interventi di valorizzazione e riqualificazione, interamente finanziati con fondi ministeriali, hanno l’obiettivo di dotare l’area di sistemi tecnicamente aggiornati, che consentano nel contempo di migliorare le modalità di fruizione pubblica delle significative testimonianze archeologiche conservate nel sito».

L’inaugurazione dell’area archeologica è avvenuta nel 1995 e da allora è l’associazione “Il Fondaco per Feltre” che gestisce il sito dove sono conservate le testimonianze delle fasi più antiche della vita della città, mostrando i segreti nascosti nel sottosuolo di Feltre dall’epoca romana a quella altomedievale.

«Questo intervento, una volta completato, darà sicuramente una luce diversa a tutta l’area», commenta il consigliere del Fondaco Matteo De Boni. Un miglioramento nell’ottica di valorizzazione del sito archeologico, per poi rilanciarlo nella prossima stagione turistica.

«Sono lavori straordinari, che eludono quindi da quelli ordinari che in quasi trent’anni di attività la Soprintendenza ha comunque gestito», spiega De Boni. «Il merito è della dottoressa Chiara D’Incà, che è riuscita a concorrere per i bandi e a raggiungere i finanziamenti per tutto l’aspetto della nuova illuminazione, che sarà con luce più calda e anche molto più scientifica, se possiamo usare questo termine, perché verranno illuminati proprio alcuni elementi archeologici di notevole pregio. I visitatori avranno una visione dell’area archeologica molto diversa», aggiunge il consigliere del Fondaco, che sta tenendo i contatti con la Soprintendenza.

Nei primi giorni di febbraio ci sarà un incontro per fare il punto della situazione e avere un ordine di tempi più precisi per il termine del cantiere.

In un secondo momento c’è anche l’obbiettivo di fare una pulizia archeologica dello scavo, passando con il pennellino i mille metri quadrati dell’area. Ma senza influire sulle aperture.

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