Feltre: mette in fuga i ladri a colpi di pistola
Renzo Baldissera ha reagito in una frazione di secondo, con l'adrenalina e la calma di chi da quindici anni fa la guardia giurata. E quando è stato sorpreso nel sonno da due ladri entrati nella sua casa di Arson l'uomo ha saputo costringerli a una fuga precipitosa

FELTRE.
Tre, forse quattro colpi sparati con la pistola d'ordinanza, uno dei quali ha forato il cristallo anteriore della Fiat Punto dei ladri. Renzo Baldissera ha reagito in una frazione di secondo, con l'adrenalina e la calma di chi da quindici anni fa la guardia giurata. E quando è stato sorpreso nel sonno da due ladri entrati nella sua casa di Arson l'uomo ha saputo costringerli a una fuga precipitosa. A chiudere la vicenda sono stati poche ore dopo i carabinieri di Feltre. Nei guai sono finiti due ragazzi e una ragazza, tutti feltrini. Baldissera, malgrado la sua esperienza professionale, è ancora scosso: «Mettono le telecamere per fare la guardia ai rifiuti, ma dovrebbero metterle agli incroci delle frazioni isolate, dove molti anziani vivono da soli. Così almeno se accade qualcosa di strano si può rapidamente risalire alle vetture in transito». Il tentato furto viene messo in atto giovedì mattina, alle 10,30. La banda, presumibilmente, ha già eseguito un sopralluogo nei giorni precedenti - «il cane», dice la guardia giurata, «negli ultimi giorni era molto nervoso» - e pensa che quello sia il momento propizio per tentare il colpo. Ma ha sbagliato i conti: evidentemente non sa che sta prendendo di mira l'abitazione di una guardia giurata e soprattutto è all'oscuro che Baldissera ha terminato di lavorare alle 5 del mattino e sta riposando nella propria camera al primo piano». I ladri forzano la finestra del locale lavanderia a pian terreno ed entrano in casa. Cominciano a frugare e rubano alcuni oggetti. Poi salgono al piano superiore e qui comincia il racconto del proprietario: «Ero nel dormiveglia quando vedo la maniglia della porta che si muove e la luce mi colpisce proprio in faccia. Subito dopo la porta si richiude. Penso che sia mia moglie, rientrata magari per sbrigare qualche faccenda improvvisa, ma poi faccio mente locale e mi rendo conto che la persona che ho visto ha i capelli scuri mentre mia moglie è bionda. Capisco che qualcosa non va». A quel punto Baldissera fa una scelta forte: «Apro di scatto la porta della camera e vedo due giovani che corrono giù per le scale. Io li inseguo, ma evito di avvicinarmi troppo perché non so se hanno delle armi. Mentre loro guadagnano l'uscita dalla finestra io mi precipito nella stanza dove tengo la pistola, apro la cassaforte ed esco arma in pugno. Sparo alcuni colpi in aria mentre i due se la danno a gambe tagliando per i campi. Appena sotto la collinetta hanno lasciato una Fiat Punto per la fuga. Non tentano nemmeno di salirci sopra, vanno oltre e cercano di fare perdere le tracce. Giunto all'altezza dell'auto sparo un colpo per danneggiare il cristallo e rendere l'auto riconoscibile. Poi ritorno verso casa e appena posso prendere in mano il telefonino avverto i carabinieri. L'auto nel frattempo è ripartita ed è possibile vederla mentre in lontananza scende verso Villabruna. Devo dire grazie ai carabinieri, che sono stati solerti e gentilissimi nei miei confronti, mi hanno aiutato a superare la tensione. Per fortuna ho avuto il sangue freddo di sparare in aria, altrimenti poteva essere una tragedia». Ciò che accade dopo appare davvero paradossale ed evidenzia la scarsa intelligenza dei ladri. I tre - con i due ragazzi finisce nei guai anche una ragazza, probabilmente rimasta all'esterno a fare il palo e riconosciuta da due vicini che abitano a un centinaio di metri dalla casa di Baldissera - scappano con la Fiat Punto e si rivolgono ad uno sfasciacarrozze per sostituire il cristallo. Una mossa che si rivela fatale perché i carabinieri hanno buon gioco nel mettersi sulle loro tracce. Poche ore dopo i tre vengono individuati e fermati. Ieri il riconoscimento attraverso le foto segnaletiche sottoposte a Baldissera e ai due vicini.
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