Falsa testimonianza e ingiurie sulle scale: doppia assoluzione
AURONZO. Il vicino di casa non gli diede del «deficiente, bastardo». Ma, allo stesso tempo, lui non disse una bugia di fronte al giudice di pace di Pieve. Insomma, non ci stavano né le ingiurie per l’uno né la falsa testimonianza per l’altro. Maurizio De Florian Fania è stato assolto perché il fatto non sussiste dal giudice Antonella Coniglio. È quello che aveva chiesto il suo difensore ampezzano Giandomenico Assirelli, mentre il pm Sandra Rossi si era spinta a chiedere una condanna a due anni e altrettanti mesi.
Tutto era cominciato sul pianerottolo di una casa di Auronzo, dove De Florian Fania riteneva di essere stato apostrofato da Rino Olivotti, parte civile con l’avvocato Enrico Rech. Impossibile, perché proprio Olivotti era stato sfrattato dall’ufficiale giudiziario e nell’intervallo di tempo incriminato era ospite di un’amica: non c’era. Il procedimento davanti al giudice di pace si era trasformata in un’accusa di falsa testimonianza. Smontata da Assirelli, partendo dal presupposto che qualcosa doveva essere però successo, lungo quelle scale. Non è emerso nulla dal dibattimento, a sentire il legale; e poi dov’è il dolo? Il fatto non sussiste e il giudice Coniglio gli ha dato ragione. (g.s.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi