Falegname sì, ma in primis artista del legno

Nella bottega di Erminio Carbogno una serie di opere “applicate” all’arredamento
PADOLA. Con sgorbie e scalpello, Erminio Carbogno è un vero maestro dell’intaglio. E la sua bottega, a Padola, è una vera e propria mostra d’arte del legno. Ma lui non ha smesso la voglia di imparare.


«Simposi ed ex-tempore servono per farsi conoscere», spiega, «ma soprattutto per guardare cosa fanno gli altri, il loro modo di scolpire. In un simposio trovi di tutto, ed è un’esperienza molto importante per aprirsi al mondo di questa arte, con tanti scultori bravi che ti insegnano o ai quali puoi, con un po’ d’attenzione, rubare il mestiere».


È così che Erminio, nato a Padola nel 1961, è diventato uno degli scultori più affermati e riconoscibili del Comelico. Quest’estate ha scolpito a Costalta, a Santo Stefano, per il primo festival della scultura del Comelico, a Sappada, invitato da Pier Solero. La sua bottega è ricca di opere d’arte “applicata” all’arredamento, perché Carbogno nasce come falegname. Non a caso, se lo cercate via mail, il suo indirizzo è geppetto. padola@yahoo. it.


«Ho cominciato a 16 anni come apprendista a San Nicolò da un artigiano di mobili in legno, Giuseppe Costan Davara, e lì ho imparato le basi del mestiere. Poi, fatto il militare a Santo Stefano, ho lavorato per 22 anni nella falegnameria “Osta ituttolegno”, realizzando arredamenti di alta qualità, su misura, in tutta Italia. Io davo un tocco di originalità ad ogni pezzo, lavorando a mano sui dettagli, esprimendo con l’intaglio il gusto dell’arredamento di montagna, che era ed è ricercato anche in città. È stato un periodo di grande splendore per il nostro mestiere di falegnami dedicati all’arredamento, ma poi è giunta la crisi dell’immobiliare che ha colpito anche gli artigiani come noi. A quel punto io mi sono messo per conto mio, facendo l’intagliatore per conto terzi».


Poi, nel 2008, la svolta. Una propria falegnameria con laboratorio a Casamazzagno per fare mobili: cucine, rivestimenti, camere, soffitti. Coltivando poi, di sera, la passione per l’intaglio.


«Come intagliatore è difficile vivere, quindi bisogna darsi da fare. Nell’arredamento adesso va di più la roba moderna, liscia, senza capitelli, più essenziale, ed un piccolo artigiano come me deve adeguarsi al mercato, non senza però continuare a coltivare i propri interessi. Si lavora con l’abete per fare i mobili, con il cirmolo per l’intaglio. Questo è un legno profumato che in Austria ed anche in Alto Adige viene usato per le camere, un legno detto del benessere. Ma è un legno che non si trova facilmente; e poi incidono parecchio i costi, che viaggiano anche su 1.200 euro al metro cubo più Iva».


Oltre al laboratorio, Carbogno apre in stagione anche la bottega di Padola, in via S. Anna.


«È una vetrina per fare vedere ai turisti cosa si può fare con il legno, un luogo di incontro, ma anche di contatto importante con i clienti. Certo sarebbe bello poter fare scuola a qualche giovane volenteroso ed appassionato, che non manca, ma la burocrazia impedisce di assumere, i contributi per un apprendista costano troppo. Così si perdono delle occasioni importanti per tramandare un’arte».


Stefano Vietina


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