“Falco senza confini”, al lavoro per l’App con gli ostacoli al volo

Il comitato “Falco senza confini”, all’indomani del posizionamento sui cavi elettrici di Rio Gere di quattro sfere a ricordo dei componenti dell’equipaggio del Suem perito il 22 agosto 2009 durante un volo di ricognizione in zona, ha ora in animo di portare avanti nuovi progetti per la sicurezza di chi è impegnato in missioni di soccorso. Nato nello scorso aprile, e presieduto da Alessandro Forti, il comitato lavora intanto ad un progetto con l’ausilio dei droni.
«Stiamo creando», spiega lo stesso Forti, «in sinergia con una start up di Treviso, un apparecchio da attaccare al drone per colorare le palline bianche piccolissime, e quasi invisibili, che sono posizionate ad esempio sulle teleferiche degli anni ’60 e’70, e che rappresentano un reale pericolo per chi vola. Nei fili sprovvisti di palline, c’è invece l’intenzione di applicare piccoli catarifrangenti che rendano ben visibile l’ostacolo al volo anche di notte».
L’obiettivo finale è quello di creare un’applicazione con la mappatura di tutti gli ostacoli al volo del Veneto e del Trentino Alto Adige.
«Con la Forestale e il Bim Piave stiamo portando avanti un censimento per la realizzazione di una cartografia», dichiara Forti, «che sarà la base per mappare tutti gli ostacoli al volo. Abbiamo tracciato 400 cavi tra la provincia di Belluno e le aree della Pedemontana. I dati vogliamo poi vengano trasferiti su un’App che sarà a disposizione dei piloti, che potranno così sapere precisamente dove si trovano cavi, teleferiche e altri ostacoli pericolosi al volo. I cieli purtroppo sono pieni di ostacoli che sono serio un rischio per tutte le operazioni di soccorso. Il nostro scopo», conclude Forti, «è quelli di rendere più sicuro il lavoro di chi opera in missione».
Ma, per arrivare a tanto, occorre anche investire. E, in tal senso, quanto mai gradita è stata l’iniziativa di EliAbruzzo, la ditta che giovedì scorso ha posizionato a Rio Gere, sui cavi di media tensione, le quattro sfere di segnalazione in memoria dei Caduti di Falco, che ha deciso di devolvere proprio al comitato di Forti il compenso inizialmente previsto per il lavoro svolto.
«Per noi è stata davvero una bellissima sorpresa», sottolinea il presidente di “Falco senza confini”, «questo aiuto ci permetterà di andare un bel po’ avanti nel percorso che abbiamo avviato. Ringraziamo ancora una volta anche la società Faloria-Cristallo, senza il cui appoggio non avremmo mai potuto installare, in occasione del decennale della tragedia, le quattro sfere su cui sono impressi i nomi dei nostri amici».
Intanto sono finalmente segnalati almeno i cavi elettrici sotto il monte Cristallo, nel punto in cui dieci anni fa cadde l’elicottero del Suem 118, provocando la morte di tutto l’equipaggio. Morirono sul colpo Dario De Felip, pilota della ditta Inaer; Fabrizio Spaziani, medico del Suem 118, direttore della Scuola sanitaria del Soccorso alpino, volontario della stazione Cnsas di Pieve di Cadore; Marco Zago, tecnico di bordo dell’Inaer e tecnico del Soccorso alpino della stazione Cnsas di Belluno; Stefano Da Forno, tecnico di elisoccorso, direttore della Scuola regionale del Soccorso alpino e tecnico della stazione Cnsas di Feltre. —
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