Falcade, Murer chiama l'avvocato

«Ha ragione Cortina, è una presa di giro per tutta la gente di montagna»
Stefano Murer
Stefano Murer
 
FALCADE.
Un altro no delle terre alte bellunesi al "Piano casa": «E' una presa per i fondelli per i cittadini della montagna». Parole del sindaco di Falcade, Stefano Murer, che si pone sulla scia del collega di Cortina. Partendo dagli stessi presupposti, stronca il nuovo piano varato dalla Regione, che, a suo modo di vedere, porterà a una ulteriore cementificazione di Falcade.
 «Sono completamente d'accordo con Franceschi», dice Murer, «martedì incontrerò un legale dell'ente per capire meglio come muovermi, ma ad ogni modo approveremo una delibera con l'obiettivo di evitare per Falcade gli effetti del Piano casa. Della precedente versione avevamo approvato soltanto l'articolo 1, che consentiva la costruzione di tettoie con impianto fotovoltaico. Sembra, però, che in questo secondo Piano casa i Comuni vengano bypassati. Per questo voglio prima parlare con il legale».  Sul tavolo, come sottolienato a Cortina, c'è il problema dei residenti. Anche Murer si dice realmente preoccupato per le conseguenze che tutto ciò potrà avere sul territorio.  «Se fosse un residente qualificato a chiedere gli ampliamenti», spiega, «in teoria non ci sarebbero problemi. La legge regionale dice però che è residente chi chiede la residenza e si impegna a ottenerla entro due anni. Risultato? A queste condizioni un cittadino chiede la residenza a Falcade, io gliela do e lui inizia a costruire come se si trattasse di prima casa. E se nel frattempo non ci fossero i presupposti per assegnare la residenza, che cosa facciamo delle opere realizzate? No, in questa maniera il Piano casa si configura come una presa per i fondelli per la gente di Falcade e di tutta la montagna. E dirò di più: aprire le porte alla speculazione edilizia sulle seconde case, significa spingere il turismo in montagna verso la decadenza».  Ad Alleghe, invece, il sindaco Gloria Pianezze appare più tranquilla, ma delusa da un provvedimento che a suo giudizio «non muoverà di una virgola l'economia e l'attività edilizia». «Abbiamo le stesse perplessità di due anni fa», dice, «non ci piaceva allora e non ci piace oggi. Detto questo, per quanto riguarda Alleghe non credo ci sia necessità di allarmarsi; non ci sono state richieste di permessi a costruire nello scorso biennio, quando avevamo previsto un piano un po' più permissivo di Cortina, e presumo non ci saranno nemmeno in futuro. Dico che il Piano casa è uno strumento inefficace nell'ottica di una ripresa dell'economia».  «Ce l'hanno venduto come la panacea di tutti i mali», conclude il sindaco, «e invece non ha mosso nulla. Quale potrebbe essere una soluzione alternativa? L'autonomia della provincia di Belluno».

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