Faida familiare per una pianta tagliata

SOVRAMONTE. E' andata con il marito a casa dello zio e della cugina per tagliare il glicine piantato fuori senza il consenso dei parenti, portandolo via con una carriola. Ma tra l'arrivo della coppia, quando in casa c'era solo la ragazza, e il momento in cui se n'è andata, Mario Toigo e la figlia si sono sentiti attaccati a male parole. Il caso è approdato nell'aula del tribunale feltrino e sarà il giudice di pace Nicola Parrocco a dover fare chiarezza su questa faida familiare a colpi di ingiurie, minacce e danneggiamento in concorso per aver reciso la pianta. Questi i capi d'imputazione contenuti nella denuncia querela a carico dei coniugi riguardo all'episodio accaduto l'estate scorsa a Sovramonte.
Ieri mattina c’è stata l'udienza per le costituzioni di parte civile e il rinvio del procedimento giudiziario alla data del 24 aprile per ascoltare le persone offese (Mario e Miriam Toigo, padre e figlia difesi dall'avvocato Enrico Tiziani) più un altro teste. Alla sbarra Giorgio Biasutti e la moglie Ines Toigo (difesi dall'avvocato Giovanni Degli Angeli), che l'8 luglio 2012 avrebbero bussato alla porta dell'appartamento dei parenti e chiesto in prestito una paletta. A cose gli servisse e chi li avesse autorizzati a tagliare il glicine sono le domande di Miriam, che al momento si trovava in casa da sola, da cui sarebbero scaturite la risposta offensiva della cugina – le avrebbe detto «sei una zozza» - e la frase del compagno: «Hai vent'anni e devi stare zitta, non sai niente». Espressione evidentemente percepita dalla ragazza come un tentativo di intimidazione che ha portato all'accusa di minacce. A questo punto Mario Toigo, avvisato telefonicamente dalla figlia è tornato alla propria abitazione, trovando gli imputati che a sua insaputa avevano in parte già tagliato il glicine messo a dimora nella sua priorità. Ne è scaturita una discussione, durante la quale il padrone di casa (e della pianta) si è sentito apostrofare in modo per niente lusinghiero: «Sei uno stupido, un buono a nulla», gli attributi che gli sono stati rivolti secondo la versione accusatoria. Nel frattempo la figlia osservava la scena dalla finestra ed entrambi si sono recati in secondo momento dai carabinieri a sporgere denuncia querela. A meno di una remissione, il processo entrerà nel vivo il 24 aprile. (sco)
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