Evasione: psichiatra inciampa nella Gdf

BELLUNO. Ventimila euro di redditi l’anno dichiarati per l’attività di studio di neuropsichiatra, ma la Finanza accerta che ne guadagnava almeno 12 volte di più.
Un milione e 200mila euro in quattro anni: è l’ammontare contestato dal comando provinciale della Finanza a una professionista bellunese. Gli investigatori delle Fiamme gialle suppongono che abbia evaso 450 mila euro di imposte, tra Irpef e Irap. È finita nel mirino del Fisco una neuropsichiatra e psicoterapeuta con lo studio in città: la dottoressa Viviana Werlick è stata denunciata per dichiarazione dei redditi infedele; nei suoi confronti la Finanza ha proposto anche il sequestro di alcuni beni a garanzia del credito erariale, quando questo verrà conteggiato al centesimo dall’Agenzia delle entrate e dalla commissione tributaria (che può anche ipotecare).
Gli accertamenti delle Fiamme gialle di Belluno sono partiti dopo una serie di verifiche sul tessuto economico provinciale, tanto è vero che anche altre categorie di professionisti sono sotto la lente fiscale: avvocati, medici, notai, promotori finanziari e architetti. Incrocio di analisi di rischio e informazioni di banche dati avevano acceso i riflettori sull’attività della professionista per la quale non tornavano alcuni conti: come i 5mila euro circa a settimana versati su una decina di conti correnti (anche su una fiduciaria milanese).
Secondo la Finanza si trattava del pagamento delle prestazioni, pagamenti cash che poi venivano versati sui conti. Ogni prestazione andava dagli 80 ai 120 euro. Conti che sono stati passati al setaccio dagli inquirenti, che hanno anche acquisito la documentazione nello studio. Da quest’ultima erano emersi indizi di evasione: balzava agli occhi la sproporzione tra gli appuntamenti in agenda e il numero di documenti fiscali emessi.
Dai conti la Gdf è riuscita a quantificare gli incassi, frutto di prestazioni per le quali non veniva rilasciata la documentazione valida ai fini fiscali. Dal 2007 al 2011, anni indagati, il conto, secondo le Fiamme gialle, ammonta a 1,2 milioni di euro euro. Per questi anni, la professionista ha regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi, ma secondo la Gdf ha dichiarato un dodicesimo dei redditi effettivamente conseguiti (20mila euro) dalla sola attività professionale.
Il presunto evasore paratotale è stato chiamato al contraddittorio (cioè a provare con documentazione specifica che le ricevute erano state emesse), ma la professionista non avrebbe prodotto lo straccio di un documento contabile: «Nel contraddittorio» spiega il capitano Luigi Mennella, del comando provinciale Gdf, « la professionista non ha saputo giustificare i 5000 euro settimanali in media versati, pertanto si è provveduto ad effettuare le contestazioni. Un milione e 200mila euro sono oltre il 6000% in più introitato rispetto a quanto dichiarato». «Le ricevute riscontrate sono risultate in numero notevolmente inferiore rispetto alla movimentazione bancaria sui conti intestati allo studio», spiega il comandante provinciale della Guardia di finanza, Francesco Mora.
Quanto alla dottoressa, l’abbiamo contattata perchè fornisse una sua versione, ma nel suo studio risponde la segreteria telefonica: «Non posso rispondere perchè sto lavorando».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi