Erostrato, «no al processo mediatico»

CESIOMAGGIORE. No al processo mediatico. I difensori di Nemesio e Samuele Aquini, Zallot e Perco, non hanno cambiato linea. Neanche dopo che il consulente dei carabinieri, il profiler letterario milanese Edoardo Riva ha trovato la fonte delle citazioni di Erostrato nel libro “Adelphi della dissoluzione, Strategie culturali del potere iniziatico” di Maurizio Blondet, che i due indagati hanno preso in prestito un paio di volte alla biblioteca di Cesiomaggiore. Una delle tante coincidenze - gli investigatori direbbero elementi - nel caso che dal luglio 2017 scuote Cesiomaggiore.
La parola chiave è katechon, in greco la barriera alla venuta dell’Anticristo: in questo volume si parla ampiamente di questo concetto, tra il filosofico e il teologico e si cita anche la Lettera Rossa, un documento scritto a mano con l’inchiostro di questo colore. Esattamente come le missive inviate da Erostrato al sindaco Carlo Zanella, alla scuola del paese e al Corriere delle Alpi. Ben tre.
Stefano Zallot è prudente per natura, ma a maggior ragione, quando le indagini sono ancora in corso e la loro chiusura non è ancora in vista: «Noi siamo rimasti agli atti aggiornati alla perquisizione dei primi di febbraio e alla successiva convocazione in procura di Samuele Aquini, dopo che era stato il padre a chiedere l’interrogatorio. Non ritenevamo che ci fossero elementi significativi a carico dei nostri assistiti e ci siamo mossi di conseguenza».
Il vigile urbano meneghino Riva, che lavora al Nucleo investigazioni scientifiche, collabora con i carabinieri ormai da un mese e anche venerdì mattina era stato avvistato in procura, prima della conferenza stampa pomeridiana, al Comando provinciale. Questo libro così raro e noleggiato due volte dagli Aquini cosa può significare? «Non è cambiato nulla. Faremo un’attenta valutazione di questo fatto nuovo, intanto vedo che chiunque può mettersi a fare il detective, pur non conoscendo gli atti. L’eventuale processo andrà fatto nella sede più opportuna del tribunale e non certo in televisione. Noi siamo in attesa della fine delle indagini; poi una volta che avremo accesso agli atti decideremo il da farsi e cominceremo delle indagini difensive. Prima di allora, direi che non c’è altro da aggiungere: occorre avere in mano anche i risultati delle perizie calligrafica e informatica già commissionate dalla procura».
La sensazione è che anche i difensori le disporranno, peraltro questa era anche una forte preoccupazione di Samuele Aquini, in una delle tante interviste concesse il 19 febbraio, dopo che il giorno prima i due indagati avevano raccontato la loro versione al nostro giornale. Al Corriere sono arrivate tre lettere firmate da Erostrato: primi di settembre, 27 dicembre e 22 gennaio, quella allegata alle caramelle con gli spilli.
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