Eros, il gufo fortunato

Barbara Pezzei
Barbara Pezzei

In un maestoso bosco ai margini di un paesino di montagna crescevano abeti enormi che, a guardarli, non si vedeva la fine. In cima ad uno di questi viveva Eros, un gufo che portava il nome del Dio dell'Amore ma di amore non ne aveva per nessuno se non per se stesso.
Non si curava di quello che succedeva nel bosco o nell'aria, aveva occhi grandi sì, ma solo per sé. Le stagioni passavano ed Eros, sempre incurante di quello che lo circondava, non si accorse che presto sarebbe arrivato Natale.
Per questa ricorrenza in paese si usava tagliare l'albero più bello, poi lo si metteva in piazza e si adornava con luci, nastri e fiocchi ma soprattutto con tantissime letterine che ogni bambino scriveva a Babbo Natale per ricevere un regalo.
Una mattina un po' uggiosa, mentre Eros dormiva ancora, sentì uno scossone. Era il boscaiolo più anziano del paese che, per tradizione, aveva l'onore di scegliere l'abete più bello per la piazza e scelse proprio quello dove viveva Eros!
L'abete fu tagliato e piantato nella piazza del paese. Ancora scosso per tutto quel trambusto il gufo si trovò circondato da tante persone: giovani, anziani, bambini, tutti che adornavano l'albero di Natale con gioia e amore. Queste cose a Eros sembravano inutili e noiose e così si mise in disparte sul ramo più alto del suo albero.
Passarono alcune sere e arrivò la vigilia di Natale, una notte magica perché, come si sa, dopo il tramonto del sole soffia il vento magico delle stelle che, con la sua grazia, raccoglie tutte le letterine dei bambini e le porta a Babbo Natale.
Così avvenne anche quella sera ma il vento, insieme alle letterine, portò anche Eros il gufo. Eros, giunto nel magico paese di Babbo Natale, vide moltissimi elfi che si davano un gran daffare per preparare tutti i doni.
Chi finiva di vestire bambole, chi montava le ruote delle macchinine, chi impacchettava i doni con carte e fiocchi colorati e chi li caricava già pronti sulla slitta che Babbo Natale avrebbe usato quella sera per consegnarli in tutto il mondo. Tutto il lavoro veniva svolto con tanta allegria e gioia. Eros guardandosi attorno non capiva perché dovevano essere tutti così allegri: lui non ci trovava niente di bello né di divertente!
Babbo Natale, vedendolo così insensibile, decise di portarlo con sè alla consegna dei doni.
Partirono in quella notte magica, attraversarono mari, monti, città e paesi. Videro solitudine, gioia, tristezza, povertà e ricchezza. Gufo Eros notò una cosa importante: ovunque loro passassero donavano un po’ di gioia e amore riempiendo i cuori di serenità.
Anche Eros, avendo spalancato ancor di più i suoi grandi occhi, cominciò a sentire nel profondo del suo cuore quella gioia che si prova nel donare agli altri un po’ di attenzione.
All' alba, stanchi come non mai, Babbo Natale e il gufo tornarono alle case degli elfi con la bella notizia: tutti i regali erano stati donati ai bambini del mondo. Anche Eros aveva ricevuto un regalo quella notte: la capacita di amare!
Non riuscendo a contenere la gioia abbracciò tutti quelli che incontrava. Nei Natali che seguirono il piccolo gufo diventò il primo aiutante di Babbo Natale nella consegna dei doni ai bimbi di tutto il mondo. Donò, con i suoi grandi occhi, gioia e amore. Eros era un gufo fortunato.

Barbara Pezzei, quarantadue anni, vive a Selva di Cadore e lavora come cameriera.

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