Eredità contestata Lavina a processo

Tambre. È accusata di falso insieme a una degli eredi per il frazionamento non corretto delle proprietà
Di Irene Aliprandi

ALPAGO. Un frazionamento catastale contestato è al centro del processo a carico di Serena Lavina, 47 anni, e Marianna Saviane, 57 anni, accusate di falso commesso da privato in atto pubblico. I fatti risalgono alla fine del 2009 e alla prima metà del 2010, in seguito alla scomparsa di Bianca Bortoluzzi. La donna aveva fatto testamento a beneficio di quattro nipoti, incaricando Lavina in qualità di perito tecnico, di verificare insieme al notaio Stivanello se il testamento era regolare e le procedure necessarie alla successione. Nei giorni precedenti all’apertura del testamento davanti agli eredi, il notaio chiese a Lavina di preparare l’accatastamento delle proprietà, in modo da semplificare la successione, ma nell’ufficio del notaio due eredi, i fratelli Fullin di Tambre, notarono che il frazionamento conteneva un’anomalia rispetto a quanto ricordavano.

Nell’udienza di ieri davanti al giudice Vincenzo Sgubbi, hanno testimoniato uno dei fratelli e il notaio, ricostruendo gli avvenimenti di quei mesi. Fullin ha spiegato che, dopo aver visto le mappe dal notaio, i fratelli decisero di incaricare un architetto e un perito per chiarire la situazione e gli atti catastali. Ne emersero due frazionamenti diversi: il primo fatto il giorno precedente all’apertura del testamento, come chiesto dal notaio e il secondo in epoca successiva e di questo atto Stivanello ha affermato di non essere a conoscenza.

A risultare anomalo è l’accatastamento di circa 300 metri quadrati di proprietà, relativi a un ripostiglio e al terreno circostante. Secondo i fratelli quella porzione di eredità faceva parte della stalla e dei terreni che la Bortoluzzi aveva lasciato a loro, proprietà che a sua volta la Bortoluzzi aveva ereditato dal suocero che era il nonno dei Fullin.

Pare anche che nel secondo frazionamento chiesto al catasto da Serena Lavina, furono indicati come mandanti dell’incarico i fratelli Fullin. Al contrario Lavina era considerata perito di fiducia di un altro erede, Marianna Saviane, coimputata nel processo per falso. Sembra anche che, quando il notaio decise di pubblicare il testamento senza divisione, Lavina si preoccupò di eventuali denunce. Il processo è stato rinviato.

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