«Era di poche parole ma di tanti fatti»

SEREN DEL GRAPPA. Spesso il ricordo di un amico stretto vale quanto il ricordo di un’intera comunità. E anche se ha preferito non comparire, le sue parole risuoneranno sicuramente nelle orecchie dei tanti compari, dei vicini di casa, degli abitanti di Rasai dove tutti lo conoscevano, ma dove nessuno riesce ancora ad accettare la sua morte. Andrea Prenot se n’è andato sabato notte dopo essere stato investito sulla Fenadora-Anzù da una Fiesta. Stava procedendo a piedi in superstrada diretto verso Seren, verso casa.
«Era una persona sempre molto tranquilla, riservata e anche un po’ taciturna, ma appena lo conoscevi diventava subito un grande amico, una persona sempre disponibile, il primo disposto a darti una mano ogni volta che ne avevi bisogno», racconta il coetaneo, «era il primo a interessarsi quando c’era qualcosa da fare assieme. Andrea era uno di poche parole ma tanti fatti, quando serviva».
Andrea ha frequentato l’Itis Negrelli, una volta diplomato ha iniziato un corso propedeutico per accedere all’università. Nel frattempo però aveva trovato lavoro come operaio in due fabbriche del territorio, poi c’è stata la chiamata di Luxottica che gli ha fatto abbandonare definitivamente gli studi.
Faceva il tecnico attrezzista nello stabilimento di Sedico, dove si occupava di far funzionare al meglio i macchinari, o di ripararli all’occorrenza.
Amava la bicicletta: dopo essere stato un discreto giocatore di calcio nelle giovanili di paese, poi nella Feltrese e infine col Seren in seconda categoria, ha rinunciato a quello sport, di cui si era stufato, per andare sulle due ruote ogni tanto, nel tempo libero.
A volte partiva all’ultimo momento per stare via qualche giorno, a respirare aria nuova. Con gli amici, ma anche da solo.
Schivo ma molto affettuoso, Andrea adorava la sua cagnolina Luna, con cui viveva assieme ai genitori, papà Roberto e mamma Orlanda. Amava molto anche la sua nipotina, figlia del fratello gemello Marco, con cui ha condiviso una vita e molte uscite assieme.
«La nostra è una compagnia molto grande con tantissimi amici, ma anche quando c’era uno screzio tra di noi lui sapeva sempre stare con tutti, era un punto di riferimento importante», lo ricorda l’amico.
Andrea era sempre pronto a dare una mano in paese. Come il papà, nonno vigile, operativo anche nell’Anteas “La Cometa” e infaticabile giardiniere dell’aiuola che avvolge il capitello della Madonnetta di via Montegge a Rasai, dopo aver lavorato una vita con grosse imprese.
La mamma, originaria di Porcen, invece aiutava spesso al Casel, che è stato gestito per molti anni dal fratello Marco, ora vicepresidente. I due gemelli hanno anche una sorella Cristina, 38 anni.
Andrea Prenot era una persona talmente modesta che anche un «ciao tutte le mattine mi mancherà», come scrive un’amica sulla sua pagina Facebook, inondata in queste ore dal ricordo incredulo di molti amici. Anche i ragazzi del bar Africa, dove trascorreva parte delle sue giornate con gli amici, lo ricorda con affetto.
Come lo ricorda con commozione l’ex sindaco Loris Scopel, che nella sua attività di dirigente calcistico ha avuto Andrea Prenot tra i suoi calciatori. «Aveva tanti amici, era un ragazzo buono come il pane», spiega Scopel ricordando l’epoca in cui Andrea militava nell’allora Union mobili Sanson. «Lo conosco da sempre, un ottimo ragazzo. Ha giocato alcuni anni nel nostro settore giovanile e fatto anche qualche partita con la prima squadra, poi ha giocato con altre squadre».
Un ricordo commosso è anche quello di Nicola Giusti, presidente dell’Union Feltre e prima dell’Union Ripa: «Vent’anni fa aveva giocato con noi con il ruolo di portiere. Era un ragazzo simpatico, di compagnia, che andava d’accordo con tutti». E l’Union Ripa, annuncia il presidente, vuole onorare la memoria di uno sportivo che se ne è andato troppo presto: «Domenica lo ricorderemo con un minuto di silenzio in occasione della partita». (f.v.)
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