Durnwalder: «Cortina benvenuta a Bolzano»

Il governatore altoatesino apre agli ampezzani. Galan insorge: «Provocatore»
CORTINA. «Benvenuta Cortina. Se si giungerà ad un voto nel nostro consiglio provinciale, io dirò sì». La dichiarazione l’ha fatta eri mattina il governatore altoatesino Luis Durnwalder. Neanche il tempo di decidere ufficialmente la data del referendum a Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia, previsto per il 28 ottobre, ed è riesplosa la polemica fra il presidente della Provincia autonoma di Bolzano ed il governatore del Veneto Giancarlo Galan, con uno strascico di prese di posizione.

 «La differenza tra Cortina e Lamon», ha puntualizzato ieri mattina Luis Durnwalder, ricordando che per il Comune feltrino la risposta alla richiesta di annessione era stata negativa, «è che Cortina, con Livinallongo, Col di Lana e Colle Santa Lucia, per 400 anni ha fatto parte del Tirolo e vi sono anche legami linguistici con i ladini. Non spingerò comunque in alcuna direzione perché un’eventuale annessione comporterebbe conseguenze giuridiche importanti, dato che l’autonomia dell’Alto Adige ha una base territoriale e visto che, pertanto, si renderebbe necessaria una riforma con valenza costituzionale».

 Nemmeno un’ora dopo i primi “lanci” delle agenzie di stampa sulle dichiarazioni di Durnwalder, è arrivata durissima la replica del governatore veneto Giancarlo Galan: «Durnwalder non perde occasione per fare il provocatore. Chiedo ai ministri di questo Governo di verificare se è ammissibile un simile comportamento e se questi continui inviti alla secessione da Durnwalder rivolti ai cittadini di Cortina rientrino nei patti firmati a suo tempo tra Italia e Austria. Non sarebbe poi male se più di un parlamentare veneto portasse il disgusto dei veneti in Parlamento a proposito di parole e atti attribuibili al ricattatore e venditore di voti noto come Luis Durnwalder. Rendo noto che mi adopererò affinché la questione di privilegi di cui gode l’Alto Adige siano portati presso la Corte di Giustizia Europea».

 E le dichiarazioni di Durnwalder sul referendum a Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia per il passaggio al Trentino-Alto Adige hanno scatenato subito anche altre reazioni, anche a livello governativo.

 «Questo fenomeno dei distacchi rivela un disagio che ha radici nella differenza di risorse di poteri tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale ma non è la risposta giusta al problema»: ne è convinto il ministro per gli Affari regionali, Linda Lanzillotta, che ieri pomeriggio ha preso posizione sul “caso Cortina”.

 «La risposta - ha proseguito il ministro Lanzillotta - non può che essere l’attuazione del Titolo V della Costituzione per quanto riguarda i poteri e il federalismo fiscale per quanto le risorse. Perché altrimenti le Regioni a statuto speciale si dilaterebbero a dismisura». Il distacco dunque «non è la risposta giusta - ha ribadito il ministro - a quei problemi e disagi che in molte zone di montagna esistono e ovviamente anche a Cortina, che ha una situazione speciale».

 Sul referendum per la fuoriuscita di Cortina dal Veneto è intervenuta anche la deputata bolzanina di Forza Italia Michaela Biancofiore: «Il Veneto si vedrebbe depredato di importanti risorse. Se i cortinesi diranno sì, questo può anche far piacere, dato che ci sarebbe un’iniezione di italianita in questa terra di privilegi. D’altro canto il Veneto si vedrebbe depredato di importanti risorse economiche. I comuni veneti stiano però attenti: in Alto Adige le amministrazioni locali non hanno nessuna competenza, visto che la Provincia la amministra uno solo».
 Intanto cantano vittoria i ladini d’Ampezzo, aspettando il referendum reso possibile dalla decisione della Corte di Cassazione del 17 marzo scorso che ha dato il via libera alla consultazione popolare.

 E il neo neo sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, si dichiara «convinto che il quorum sarà raggiunto perché in quel periodo in città c’è molta gente, non ci sono ferie e tanti rientrano dall’estero per essere presenti alle festività del 2 novembre». (e.d.)

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