Due candidature per l’ex cartiera

QUERO VAS. Qualcosa finalmente si muove. Ben due ditte hanno manifestato il loro interesse a insediarsi nell'ex cartiera di Vas, in risposta all'avviso pubblicato dall'amministrazione a inizio dicembre e scaduto il 10 gennaio.
Non saranno numeri esagerati, ma fanno comunque ben sperare all'amministrazione, che è dal 2009 che cerca di dare la giusta destinazione d'uso alla parte del complesso di sua proprietà.
«Ci sono arrivate due proposte che saranno valutate da una commissione, formata da componenti della maggioranza, della minoranza e da un esperto di marketing», spiega il sindaco Bruno Zanolla, «per noi ricevere quelle due buste è stato un sollievo, un segnale che qualcosa potrebbe presto cambiare e che speriamo possa condizionare positivamente anche la proprietà adiacente».
Il complesso infatti, conosciuto anche come “incubatore di Vas”, conta oltre 5000 metri quadrati, dei quali 3500 delle ditte Plinto System di Longarone e Proposte Immobiliari di Farra di Soligo, acquisiti al termine dei lavori di recupero e riqualificazione degli immobili, costati la bellezza di 4,9 milioni di euro (3,6 di fondi europei, ottenuti nell'ambito del Patto territoriale del Feltrino, 1,3 stanziati da privati) e conclusi nel 2009 dopo quasi 5 anni di lavoro.
«Speriamo di poter ripartire con qualcosa di concreto e che questo induca la proprietà a ripensare quegli spazi come collettori di proposte per la rivitalizzazione dell'area, la promozione turistica e la valorizzazione delle eccellenze locali», aggiunge il sindaco di Quero Vas.
Al primo piano del blocco comunale si trova la parte storica dell'ex opificio, con la sala di lavorazione che conserva le vecchie vasche di macerazione della carta. Al piano più alto c'è una sala di oltre 500 metri quadrati che potrebbe ospitare oltre 100 persone e che è stata teatro di iniziative estemporanee, come spettacoli di teatro o piccole manifestazioni per bambini.
Ora che la prospettiva è quella di accogliere delle vere e proprie imprese, bisognerà provvedere all'allacciamento permanente delle utenze, cosa di cui il Comune non si è ancora occupato per via dell'assenza di un ente gestore dello stabile, oltre che tagliare l'erba e curare la manutenzione ordinaria. Le proposte si scopriranno solo una volta aperte le buste in commissione.
L'auspicio è che gli interessati abbiano l'interesse a restare per almeno 5 anni: «Solo così si potranno creare le giuste sinergie con i privati».
Di recente il Comune ha intanto ottenuto da parte della Regione la concessione di derivazione idroelettrica sul torrente Fium, proprio su quel tratto di acqua che alimentava i macchinari dell'ex cartiera. L'istanza di concorrenza ha battuto la domanda della Montello Energia e di Roberto Bizzotto e Fabio Tempesta, gli stessi due che avrebbero voluto ottenere lo sfruttamento anche le acque del Tegorzo in valle di Schievenin.
Sarà la prima microcentralina idroelettrica dell'unione Sette Ville.
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