Dopo il cento porte aperte all’università

Ragazzi e ragazze che hanno raggiunto il massimo risultato hanno le idee chiare, Trento è l’ateneo più gettonato 
Dante Damin

/ feltre

Dall’Istituto Canossiano al liceo Dal Piaz, passando per Itis Negrelli e Colotti, i centini si sono presi la scena. Mai così tanti. La volontà di conseguire il risultato, mescolata alla consapevolezza dell’unicità del momento dell’esame, che di norma si fa una volta sola nella vita scolastica, sono stati determinanti. In attesa di comprendere cosa accadrà da ora in avanti, tra aspirazioni future, lavoro, università e sogni, i giovani diplomati si raccontano.

Istituto Canossiano

Un trio doc per le Canossiane: Martina Perot, Valentina Simion ed Eleonora Casaril. «Le scienze umane mi hanno dato consapevolezza del mondo che mi circonda e mi hanno fatto capire quanto sia importare il sostegno verso il prossimo, in tutte le sue forme. Anche durante il mio esame è emersa come tematica “Le molte facce della povertà”, dandomi l’opportunità di soffermarmi sui bisogni affettivi e sociali dei singoli. Il prossimo anno intendo approfondire questi argomenti, iscrivendomi alla facoltà di Servizio Sociale a Trento» dice Perot.

«A conclusione di un bel percorso durato cinque anni» le fa eco Simion, «ho sostenuto l’esame, in cui ho avuto la possibilità di parlare dei cambiamenti climatici. Una tematica a me cara, che nel mio elaborato “problemi ambientali come questioni naturali e sociali” ho cercato di analizzare sia da un punto di vista scientifico, sia da un punto di vista sociologico. Per quanto riguarda il mio futuro invece l’intenzione è quella di studiare biotecnologie all’università di Trento».

«Io sono arrivata all’esame di maturità consapevole che il percorso intrapreso cinque anni fa mi ha arricchita sia a livello di conoscenze che a livello personale. Proseguirò il mio percorso di studi sempre in ambito umanistico: proverò infatti ad essere ammessa alla facoltà di psicologia con la speranza di diventare psicoterapeuta. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i docenti che mi hanno seguita in tutti questi anni», conclude Casaril.

Negrelli e colotti

All’Itis Negrelli, passione e sacrificio hanno giocato un ruolo fondamentale per Andrea Mondin e Yasmine Es Saadi, ancor più vista l’assenza fisica dai banchi di scuola. Il primo andrà a Trento, alla facoltà di matematica, la seconda a Ferrara, per proseguire in chimica farmaceutica. «Il cento è frutto di un duro lavoro che ho svolto in questi anni e che mi ha permesso di sconfiggere la dislessia» conclude il collega Davide Solagna. Per lui ingegneria, con il sogno di svolgere un lavoro creativo nell’ambito della progettazione elettronica. «La dad ci ha cambiati, ma non sconfitti: una gioia il voto. Studierò economia a Trento» aggiunge Francesca Simonetto del Colotti.

Liceo Dal Piaz

Al liceo Dal Piaz, come fa sapere Camilla Sartor, è stato importante vivere ogni momento di questi anni, perché studiare lingue e letteratura «permette cambiamenti di prospettiva vari: esse sono uno strumento di conoscenza del mondo sia interiore sia esteriore. Spero di viaggiare molto e conoscere più sfaccettature della realtà». Anni importanti per la crescita personale anche per Caterina Sofia Calabro e Manuel Carrer, che dalla pandemia hanno tratto motivazioni, così come per gli amici Luca Coldebella e Andrea D’Incau. I due sono ora alle prese con le sfide di ingegneria industriale e fisioterapia. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi