Donne protagoniste sul lavoro «Seguite le vostre passioni»

BELLUNO. C’è chi ha passato l’infanzia a curare le bambole: cosa poteva fare nella vita, Laura Renon, se non il chirurgo? E c’è chi come Lucia Bressan, avvocato dell’anno nel 2019, ha l’abitudine di presentarsi in modo dimesso, da piccola segretaria, ai vertici con i grandi armatori, tutti uomini.
È la tecnica del tenente Colombo, spiega lei, quell’investigatore imbranato della serie tv americana che poi inchioda sempre i malviventi. Lo stesso fa la Bressan: ad un certo punto dell’incontro si rivela per quella che è, il legale di altissimo livello che rappresenta i finanziatori dei progetti e ha il coltello dalla parte del manico.
Sono due esempi della vita professionale e privata di donne ai vertici nel loro lavoro, che sono stati presentati agli studenti delle Superiori di Belluno nell’ambito della settimana “Stem in rosa”, una serie di eventi per avvicinare soprattutto le studentesse alle facoltà scientifiche, per superare il gap di genere.
Lilia Fredella, attuale questore di Belluno, venne messa alla prova a 27 anni dai colleghi agenti durante una inchiesta per omicidio: un’ascia piantata nella testa di una donna. Cosa fare visto che il corpo, con l’accetta attaccata, non entrava nel sacco? È toccato a lei togliere l’ascia dalla testa. “Una sbirra gentile” si definisce. Le donne sono entrate ormai in modo stabile e molto presente anche nella polizia di Stato: ci sono dieci questori donne su 106 province italiane.
Caterina Tollot è una giovane ingegnere che si occupa di sicurezza, tra i primi in Italia in questo settore. Quando disse alla madre che voleva studiare lettere, la risposta è stata “non ti pago l’università”. «Ho cominciato a pensarci su» ha raccontato.
Tra le esperienze di lavoro, anche quella di Maria Cristina Targon, medico del lavoro, dirigente medico dell’Usl. Alle studentesse e agli studenti che le stavano ascoltando, ha detto chiaramente: «Seguite le vostre aspirazioni, le vostre passioni». Ma siate anche pronti a fare dei sacrifici: la chirurga Renon ha sottolineato gli undici anni di studi, tra laurea e specializzazione, i sabati e le domeniche al lavoro: «Questo non vi deve scoraggiare».
Hanno tutte storie incredibili di lavoro, successi professionali, impegno e spesso anche famiglie e figli, le donne che hanno partecipato all’incontro al museo Fulcis, organizzato da Certottica.
Lorraine Berton, presidente degli Industriali, ha ricordato di aver pianto per tutto il viaggio verso l’America, dopo aver lasciato a casa il figlio nato da 15 giorni. Al suo ritorno il bambino era tranquillo e anche lei si è pacificata.
Perchè le donne hanno successo nel lavoro? Denise Casanova, sindacalista, e Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, sono certe che dipenda dalle capacità delle donne di mediare: lo fanno da sempre, in ogni ambito, nella famiglia come nel lavoro. «Abbiamo un approccio ai problemi pragmatico» ha raccontato Casanova che non ha mancato di criticare il sindacato ancora molto maschilista, ma lo statuto aiuta, imponendo la presenza del 40 per cento di donne.
«Non me ne hanno risparmiato una», ha aggiunto Berton, «ho subito molte angherie, molte cattiverie». Ma di sicuro, con il suo piglio, ha saputo rispondere a tono. E si è presa parecchie soddisfazioni professionali e associative visto che è arrivata, prima donna, al vertice della Confindustria bellunese.
Un messaggio chiaro è arrivato alle studentesse presenti: «Non abbiate timori, studiate, fatelo per voi stesse, per la vostra libertà». Messaggio portato anche da Tiziana Martire, presidente Fidapa, Gabriella Faoro, dirigente regionale, Claudia Scarzanella, Confartigianato, Serenella Bogana, sindaco. —
Marcella Corrà
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