Donna a processo «Non sono stata io a dargli le botte»

BELLUNO. «Quell’uomo si è inventato tutto: non è vero che l’ho picchiato, come avrei potuto picchiare uno di 37 anni alto 1.80 io che ne ho 62 e sono così minuta? È andato all’ospedale e ha...

BELLUNO. «Quell’uomo si è inventato tutto: non è vero che l’ho picchiato, come avrei potuto picchiare uno di 37 anni alto 1.80 io che ne ho 62 e sono così minuta? È andato all’ospedale e ha raccontato quel che ha voluto, anche che l’ho colpito ai genitali». Maria Zany, la 62enne brasiliana accusata di lesioni di Domenico Dalla Porta (intervenendo in difesa di una sua amica), vuole dire la sua verità, fuori dell’aula di tribunale. La donna deve rispondere dei «danni» fisici che, secondo la procura, avrebbe procurato all’uomo: 25 giorni di prognosi per graffi, contusioni cervicali e ai testicoli. Ma Zany (difesa dall’avvocato Luca Zullo), non è d’accordo con quanto riportato in quel capo di imputazione: «Quella sera la mia amica mi aveva chiesto di restare con il suo bambino in quanto lei doveva andaree in ospedale perchè aveva male al collo: era stata picchiata. Ma io ho voluto accompagnarla perchè non volevo restare da sola anche con il suo compagno. Quando siamo tornate, quest’ultimo ha visto che lei aveva il collare, ed è andato su tutte le furie, prendendo il referto. Io volevo prendere il foglio che aveva in mano e nell’afferrarlo per la camicia, l’ho probabilmente graffiato. Ma non ho dato nè ginocchiate nei testicoli, e neanche gli ho tirato il collo: se aveva un testicolo rotto, non è per colpa mia».

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