Don Virginio scuote i fedeli «Accogliete gli stranieri»

Nella lettera allegata al bollettino, il parroco ed ex missionario esprime delusione «Anche nelle nostre comunità vengono visti come un problema da delegare»

FELTRE

Il sud del mondo ce l’ha nel Dna, don Virginio De Martin, parroco di Farra ma prima ancora missionario per tredici anni in Costa d’Avorio. Così se ha toccato con mano e cuore deprivazioni, miseria e dolore, altrettanto dolorosamente prende atto di quanto chi fugge dalla guerra e dalla fame non tocchino le coscienze dei suoi parrocchiani. Dalle colonne della Martinella, il parroco-missionario propone una riflessione con riferimento alle “rigidità ideologiche” che conducono al pregiudizio. Ma attraverso la lettera alla popolazione, allegata al bollettino, don Virginio ribadisce come: «Anche nelle nostre comunità lo straniero è visto non come un fratello attraverso il quale il Signore parla, ma sempre come un disagio o un problema delegato alla Caritas. Come mai fra coloro che frequentano le nostre parrocchie è più alto il numero di quelli che sono contrari all’accoglienza?».

Don Virginio, per primo, ha dimostrato con i fatti che è possibile smontare le fake news sui migranti, mettendo gli ospiti in una situazione di agio solidale. È già qualche anno che in parrocchia a Farra, c’è un “punto doccia”, per dare alle persone in difficoltà economica o abitativa la possibilità di lavarsi e di curare la propria igiene. Era bastato segnalare al parroco che mancava questo servizio, complementare alla mensa solidale dei volontari di “Noi con Voi”, per dare avvio ai lavori. Dare la possibilità di fare una doccia calda, di curare il proprio decoro e la propria dignità, anche in una situazione di difficoltà, era infatti da tempo un obiettivo dei volontari della parrocchia e dell’associazione “Noi con voi” impegnata su tanti fronti. E sempre nella prospettiva di far riflettere le società agiate su aspetti del mondo che si vorrebbero ricacciare dalla mente, don Virginio ha invitato nella sua parrocchia, il missionario laico Grègoire Ahogbonon che si è aggiudicato il primo premio Basaglia del 1998 a Trieste, uomo di colore che in Costa d’Avorio ha salvato da una schiavitù antica, fatta di catene e contenzioni da medioevo, migliaia di malati di mente. Il missionario, amico e ospite di don Virginio, ha già portato la sua testimonianza fra le scuole del Feltrino e nelle comunità di Cesiomaggiore, Feltre e Pieve d’Alpago.

Don Virginio che ha celebrato il primo luglio scorso a San Vittore il giubileo sacerdotale, cioè i 50 anni di sacerdozio, non pensa mai solo alla “parrocchia”, ma al mondo globale della marginalità. Chiamato a benedire i vent’anni del Centro di medicina di Farra, aveva detto fra il serio e il faceto: «Se avete bisogno di spazi per ampliare l’attività, ve li indico io, in Africa, dove un’équipe come la vostra potrebbe fare miracoli!». —



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