Don De March lascia Domegge

Il sacerdote è stato trasferito ad un’altra parrocchia. Il sindaco Fedon: «Dispiaciuti che vada via»

DOMEGGE. Don Marco De March, parroco di Domegge, Vallesella e Grea, a settembre lascerà le parrocchie per una destinazione ancora sconosciuta. La notizia è stata comunicata dallo stesso sacerdote nel corso di una riunione di fabbriceria tenutasi nei giorni scorsi.

«Non so ancora con precisione quando», ha affermato, «se all'inizio del mese di settembre oppure alla fine, ma lascerò le parrocchie di San Giorgio di Domegge e di San Vigilio di Vallesella per una destinazione ancora sconosciuta».

La notizia ha fatto subito il giro dei due paesi, nei quali don Marco è sempre stato molto apprezzato, sia per la sua capacità di comunicazione con le persone, sia per tutto ciò che ha fatto dal 1999, quando è arrivato a Domegge in sostituziuone di don Severino Da Roit, trasferito ad Agordo, dove ancora oggi presta servizio in ospedale.

Ad accogliere don Marco fu il sindaco di allora, Flaminio Da Deppo, con il quale il sacerdote iniziò una collaborazione importante che proseguì anche dopo il cambio alla testa dell'amministrazione comunale e l'insediamento del nuovo sindaco Lino Paolo Fedon. Proprio l'attuale sindaco, venendo a conoscenza della notizia, si è detto molto dispiaciuto: «Don Marco è stato il primo sacerdote ad assumersi l'onere di gestire le due parrocchie che formano il tessuto religioso del Comune di Domegge, alle quali è collegata anche la frazione di Grea, che pur non essendo parrocchia richiede un certo impegno. Con il parroco ci vediamo quasi ogni giorno, ma pur circolando già dallo scorso gennaio la voce del suo spostamento, non ne abbiamo mai parlato. Mi spiace che si trasferisca, sia per i rapporti molto umani che abbiamo stabilito, sia perché sarà difficile che un altro sacerdore riesca a fare anche sul piano pratico quanto ha fatto don Marco per il bene della comunità di Domegge».

In effetti, don Marco nei suoi anni di vita vissuta a Domegge, è riuscito a catturare anche i giovani, che lui considera come il bene più prezioso della comunità. Sin dal suo arrivo è sempre stato un'inesauribile fonte di stimolo per tutti, anche perché grazia alle sue capacità musicali- è un ottimo cantante e musicista- è sempre riuscito attraverso la musica a coinvolgere tutti i fedeli.

Ma è anche un sacerdote che quando è necessario si è dimostrato severo. Come durante i funerali dei due ragazzi morti in luglio nel lago: ammonì i presenti che piangere durante le esequie non serve a nulla, se una volta tornati a casa si comportano come prima, non tenendo conto della lezioni di vita derivata dalla disgrazia.

Vittore Doro

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