«Dolomiti, tutela anche culturale»

Mountain Wilderness insiste: priorità assoluta per l'uomo
BOLZANO. Le Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità con tanto di marchio dell’Unesco? La candidatura dei Monti Pallidi sta facendo passi in avanti e la dichiarazione ufficiale potrebbe arrivare all’inizio dell’estate. Intanto l’associazione Mountain Wilderness ha deciso di rilanciare la sua proposta di un marchio dell’Unesco anche culturale per la valorizzazione delle Dolomiti. Secondo Luigi Casanova - responsabile di Mountain Wilderness - «Appena l’Unesco approverà il documento, chiederemo che le Dolomiti vengano riconosciute anche come patrimonio culturale. La tutela di un patrimonio culturale implica la conservazione della lingua, la cura dei boschi ed il mantenimento degli stili architettonici. Implica cioè di considerare le Dolomiti in tutta la loro complessità». Mountain Wilderness ribadisce dunque la propria posizione «Dettata - scrive Fabio Valentini nel sito dell’associazione - non da motivi sentimentali di un ambientalismo tardoromantico ma dallo studio e dalla conoscenza del territorio. I punti principali ed irrinunciabili della nostra proposta originale sono tre: un progetto unitario non parcellizzato, l’inscindibilità del binomio tra ambiente e cultura, lo sviluppo sostenibile delle popolazioni locali. Le Dolomiti sono un grande ecosistema che comprende anche l’uomo, ma in cui l’uomo non è al centro pur essendone parte importante: è infatti in grado di influenzarne direttamente il destino.


Natura e cultura vanno a braccetto, legate indissolubilmente dalla storia, tranne forse qualche cantiere, progetti di superstrade e gruppi di seconde case, oltre ai soliti interessi elettorali». Continua Valentini: «Le Dolomiti costituiscono un sistema ricco di rilievi esteso e complesso, di grande effetto panoramico, arricchito da un ambito culturale fatto non solo di rifugi e bivacchi in quota, ma anche di malghe e pascoli in valle, di abitanti dai linguaggi sconosciuti e dalle tradizioni antiche. Le Dolomiti sono state molto sfruttate, mostrano profonde rughe, un poco di tutela non può che aiutarle. Ma quale tutela? Abbiamo già istituito i nostri parchi, continua a sostenere la Provincia di Bolzano, ma c’è stata più di una denuncia europea di gravi violazioni alla legge Habitat proprio nei parchi altoatesini. Oggi si va verso il marchio dell’Unesco sulle aree parco già protette che avranno un marchio di qualità commercialmente sfruttabile».


Fabio Valentini per conto di Mountain Wilderness - in riferimento alle varie prese di posizione della Provincia di Bolzano che ha proposto la candidatura all’Unesco solo per il patrimonio culturale dolomitico evidenziando che la gente deve poter vivere in montagna, troppa tutela comporta troppi vincoli - - evidenzia che «Se guardiamo le statistiche troviamo Bolzano e Trento tra le province con i maggiori redditi pro capite a livello nazionale, si vede che in montagna non si vive poi troppo male, i sacrifici rendono; Belluno segue a distanza, forse accodandosi spera un giorno di poter diventare come loro. Diciamolo chiaramente che le Dolomiti vengono considerate in primo luogo un patrimonio economico, e come tali si cerca di gestirle. Tutelando francobolli di territorio non riusciremo mai a dare un senso organico all’immenso patrimonio dolomitico. Faremo collezione di figurine ma non completeremo mai l’album, insomma falliremo. E a rimetterci saranno sempre i Monti Pallidi».

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