Dolomiti accessibili, 23 percorsi per anziani, famiglie e disabili
belluno
«Le Dolomiti Unesco, con la loro straordinaria rappresentatività, sono il contesto ideale per attuare un progetto di inclusività sociale che permetta a tutti – abili e non – di accedere al Patrimonio Mondiale, in autonomia oppure accompagnati da una guida esperta».
Ne è pienamente convinta Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco, che subito precisa: «Ciò non significa che tutti debbano fare le stesse esperienze, ma che tutti possono avere un’esperienza di vera immersione nel paesaggio e nella geologia delle Dolomiti, realizzando pienamente il concetto di patrimonio dell’Umanità».
Con queste premesse Morandini condivide puntualmente gli impegni che gli organismi più diversi stanno portando avanti per una accessibilità ampia di Cortina e delle stesse Dolomiti.
Compito difficile, ma non impossibile, considerato quanto la Fondazione è riuscita a realizzare. Sono 23 i percorsi dolomitici disponibili e accessibili a tutti, anziani, famiglie, disabili ai quali presto se ne aggiungeranno altri 15.
Sono corredati di scheda tecnica, mappa, coordinate Gps, caratteristiche ambientali e geomorfologiche per permettere all’utente di scegliere in autonomia il percorso più adatto alle proprie capacità.
Sul sito della Fondazione Dolomiti è disponibile anche una mappa interattiva attraverso cui scoprire le attività presenti nelle vicinanze rispetto alla propria posizione.
«L’impegno della Fondazione in materia di accessibilità e inclusione sociale ha preso il via nel 2014 – racconta Morandini – con “Dolomiti accessibili. Un Patrimonio per tutti”, progetto finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nell’ambito della Legge n. 77 del 2006 recante “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’Unesco».
Si può salire – ecco alcuni esempi – da Zoppè di Cadore al rifugio Talamini, da Valgrande al rifugio Lunelli, dal rifugio Auronzo a Forcella Lavaredo, da Pecol a Malda Piola, dal Passo Staulanza al rifugio Città di Fiume, dal passo San Pellegrino al rifugio Fuciade, da malga Ciapela ai Serrai di Sottoguda, da casera Prà di Toro al rifugio Padova.
Con lo scopo di rendere fruibile il Patrimonio, dal punto di vista esperienziale e percettivo su larga scala secondo le esigenze e possibilità del visitatore, le amministrazioni territoriali e le associazioni dedicate ai temi dello sport, accessibilità e disabilità delle Dolomiti, con il coordinamento della Fondazione, hanno predisposto uno strumento in grado di agevolare la ricerca delle indicazioni riguardanti gli itinerari accessibili che permettano di immergersi in questo straordinario contesto: un’informazione congiunta, uniforme, dettagliata e dedicata ai valori universali del Bene.
Attraverso la mappa interattiva è possibile dunque individuare nella cornice delle aree dei 9 Sistemi montuosi del Bene, 23 percorsi di diversa difficoltà, ognuno dei quali è dettagliato in un approfondimento tecnico.
Morandini ricorda che il tema dell’accessibilità fisica, sensoriale e culturale del patrimonio è legato a quello della “democratizzazione della cultura”.
«L’accessibilità è infatti ormai vista come uno strumento per realizzare l’uguaglianza culturale e sociale ed alimentare la crescita intellettuale di un popolo in cui il fruitore è posto al centro dell’esperienza culturale» sottolinea. L’Organizzazione mondiale della Sanità stima che circa il 15% della popolazione globale vive con una qualche forma di disabilità. —
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