Direttore di banca licenziato e a processo

Imputazione coatta con l’accusa di appropriazione indebita aggravata per il responsabile della sede Unicredit

DOMEGGE. Il direttore di banca è stato licenziato. È accusato di appropriazione indebita aggravata, in due occasioni, per somme molto importanti. E adesso Unicredit gli chiede indietro i soldi. Mentre Piergiorgio Dell’Agostin è difeso dall’avvocato Antinucci, l’istituto di credito nazionale si è costituito parte civile con lo studio Iovino. C’è un’imputazione coatta: il pubblico ministero titolare dell’inchiesta aveva infatti chiesto l’archiviazione invece del rinvio a giudizio, ma il giudice per le udienze preliminari ha ordinato la formulazione del capo d’imputazione. Si andrà a processo: e difatti ieri c’è stata l’udienza filtro, davanti al giudice Coniglio, che ha letto un lungo e complicato capo d’imputazione, e al pubblico ministero Rossi.

I primi fatti contestati riguardano il periodo tra il settembre 2007 e l’ottobre 2009, nell’agenzia cadorina di Domegge. Dell’Agostin avrebbe permesso a una cliente con un conto corrente di operare in rosso fino a più di 900 mila euro, per fare investimenti con strumenti finanziari ad alto rischio. I covered warrant, in italiano i derivati, quelli che derivano il loro valore dall’andamento del prezzo di una attività sottostante, di solito azioni, indici, valute o materie prime. Sono scommesse molto rischiose, che difficilmente i bancari consigliano ai clienti. Secondo l’accusa, l’uomo concedeva fidi non autorizzati dalla banca, appropriandosi di questi soldi, che aveva a disposizione grazie alla sua posizione. Il danno patrimoniale risulta molto rilevante.

Gli altri fatti che vengono contestati all’uomo coprono un anno intero, dal gennaio 2008 al gennaio 2009: avrebbe fatto operazioni non autorizzate di investimento con gli stessi derivati su un conto corrente intestato a suo padre. E si sarebbe appropriato di una somma tra i 350 e i 400 mila euro, che apparteneva a Unicredit, ma della quale disponeva, grazie al ruolo di primo piano che ricopriva. La filtro, che ha aperto il dibattimento, serviva solo ad ammettere le liste dei testimoni di accusa e difesa. Antinucci ne ha proposti otto, perché fanno parte di una filiera e bisognerebbe ascoltarli tutti, per farsi un’idea il più possibile precisa di quello che è successo oppure non è successo.

Il pm Rossi ha proposto i propri e il giudice ha rinviato al 14 marzo, quando si comincerà a sentire giusto questi. Sarà poi il nuovo giudice onorario del tribunale Berletti a fissare le udienze successive, nelle quali sentire tutte le prove della difesa. Intanto, la banca fa sapere, attraverso l’ufficio stampa, che i fatti sono emersi attraverso un controllo e che il dipendente è stato licenziato in tronco, per giusta causa. La seconda iniziativa della direzione della banca è stata quella di presentare un esposto in procura della Repubblica, che ha messo in moto le indagini. Richiesta di archiviazione, ma imputazione coatta e processo per appropriazione indebita aggravata.

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