D’Incà: «Esempio di coesione rinascita e aiuto reciproco»

Il ministro ricorda le giornate che hanno sconvolto il territorio bellunese «Tutte le promesse saranno mantenute»

BELLUNO

Ai tempi di Vaia Federico D’Incà non sedeva ancora a Palazzo Chigi e accompagnava gli allora ministri nei cantieri dell’emergenza. Oggi che è ministro pure lui, dei Rapporti con il Parlamento, assicura che le assicurazioni di due anni fa saranno tutte mantenute. Una per tutte, il traforo di Coltrondo.

«Sono trascorsi due anni da quando la tempesta Vaia si è abbattuta sul bellunese e sul triveneto. Abbiamo affrontato giorni difficili», testimonia, «con venti che soffiavano a 200 chilometri all’ora che hanno portato distruzione e forti disagi per l’intero territorio. Un territorio, però, che ha saputo resistere e guardare avanti, rimboccandosi le maniche e con tanta voglia di ricominciare».

Il Governo ha stanziato 900 milioni di euro, l’Europa 68. Se ci saranno ulteriori necessità, oltre questo primo miliardo, il Governo tornerà a fare la sua parte, a sentire il ministro.

Ma D’Incà ricorda che Vaia, oltre a un brutto ricordo ha anche rappresentato un esempio di comunità: quella fondata sull’aiuto reciproco e sulle capacità di rialzare la testa nei momenti più complessi.

«Sono stati fatti notevoli investimenti nel Veneto e nel bellunese per riparare i danni provocati dalla tempesta, ma è necessario continuare a lavorare e a investire nell’intero Paese per una messa in sicurezza dei territori».

Più in generale, secondo il ministro è opportuno adottare una politica decisa per contrastare i cambiamenti climatici. «L’occasione derivante dalle risorse europee legate al Covid, è particolarmente importante per raggiungere questo obiettivo e difendere i nostri bellissimi territori. A due anni di distanza, il mio ringraziamento va ancora una volta a tutte le autorità e ai volontari che si sono impegnati fin dalle prime ore per le operazioni di soccorso: un esempio di coesione che, mai come in questo difficile momento, deve farci riflettere». —

f.d.m.

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