Diminuite le offerte in chiesa

Don Rinaldo Sommacal: «Decremento del 10 per cento»
Una cassetta per le offerte in chiesa
Una cassetta per le offerte in chiesa
 
BELLUNO.
In un periodo di crisi come questo i conti non tornano nemmeno ai preti. In provincia di Belluno le offerte a favore del sostentamento del clero sono diminuite del d0% rispetto al periodo pre-crisi.  Un dato che don Rinaldo Sommacal ha sottolineato domenica sera durante l'omelia in duomo a Belluno.  E questo, nella giornata dedicata al mantenimento proprio dei sacerdoti.  «La crisi non è finita e ce ne accorgiamo anche da queste cose», rimarca don Rinaldo. «Basta guardare alle richieste che arrivano in parrocchia. C'è sempre più gente bisognosa d'aiuto».  Il dato bellunese arriva dall'Istituto per il sostentamento del clero, l'ente che si occupa di erogare a favore dei sacerdoti un assegno mensile, che spesso tiene conto degli impegni, le dimensioni delle parrocchie e di eventuali deleghe.  I soldi per il mantenimento dei preti derivano principalmente da due voci: le offerte - tramite conto corrente - dei fedeli e l'8 per mille dell'Irpef. Ed è proprio la prima voce quella più ballerina e che dimostra come molti fedeli bellunesi stiano attraversando un periodo nero dal punto di vista economico. «Anche per questo», afferma don Rinaldo, «dobbiamo continuare a ringraziare la Provvidenza per quello che ci viene dato. E' chiaro che una famiglia in difficoltà deve rivedere le sue abitudini».  Ma un piccolo ruolo nella flessione potrebbe arrivare anche dallo scandalo internazionale della pedofilia: «Non lo escludo, potrebbe essersi creata una certa disaffezione nei confronti dei sacerdoti, ma penso che il fattore crisi sia quello determinante», afferma il parroco del duomo di Belluno.  Proprio don Rinaldo conosce molto bene la crisi e le sue conseguenze. Oltre a essere prete in una delle parrocchie più popolose della provincia è anche l'ideatore e promotore del Cantiere della Provvidenza: «Posso dire che la crisi non è affatto finita. Le famiglie continuano a bussare alle nostre porte. Tante vengono direttamente in parrocchia, altre si rivolgono alla Caritas».  I problemi sono quelli di tutti i giorni. La classica banalità della quotidianità: «Quando non si ha più un lavoro, le spese e i debiti si accumulano velocemente», prosegue il sacerdote, che sottolinea anche come la difficile congiuntura stia colpendo tutti, indistintamente: «Ci sono tanti immigrati arrivati in provincia che avevano un lavoro e che adesso si ritrovano a piedi, ma anche tanti italiani e bellunesi».  Un quadro, quindi, ancora impietoso. Al calo del 10% delle offerte da parte dei bellunesi, non corrisponde però una diminuzione dell'assegno ai preti della diocesi di Belluno- Feltre: «A livello nazionale», spiega don Rinaldo, «sono previsti dei meccanismi di riequilibrio anche attraverso la distribuzione dell'8 per mille».  Ci sono poi le offerte "comuni", quelle che solitamente vengono raccolte in chiesa e che vengono utilizzate per le spese vive (luce, riscaldamento, manutenzione ordinaria dell'edificio di culto): «In questo caso, non ho notato nessun decremento», conclude il parroco del duomo, che domenica ha lanciato il solito invito ai fedeli: «Noi lanciamo il nostro appello a contribuire, ma poi ognuno deve regolarsi in base alle sue possibilità. Sappiamo tutti che il momento è difficile».

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