Diffamazione, prosciolto «Gipi»
Il noto vignettista aveva pesantemente offeso il collega bellunese Cardinale

L’interno di un’aula del tribunale
BELLUNO.
La "battaglia" tra artisti, in un'aula del tribunale di Belluno, si è risolta col ritiro della querela. Per tre volte Gian Alfonso Pacinotti, 48 anni di Lucca, in arte "Gipi", apostrofò il collega bellunese Roberto Cardinale con la frase "figlio di..." durante un incontro alla Feltrinelli di Bologna. E, nel processo, oltre a costituirsi parte civile Cardinale, lo ha fatto pure la madre. Quell'incontro del noto vignettista e disegnatore fu poi riportato integralmente su un sito internet. Da qui l'accusa a "Gipi" di diffamazione on-line nei confronti del collega Bellunese (assistito dagli avvocati Massimo Moretti ed Eugenio Ponti) e dei due gestori del sito internet in cui apparve il contenuto dell'incontro alla Feltrinelli di Bologna, l'8 giugno 2008, Claudio Nader, 28 anni, e Samantha Luciani, 27, entrambi studenti del Dams. Ieri Pacinotti ed i due gestori del sito sono stati prosciolti per remissione di querela. La vicenda, piuttosto contorta, si può così riassumere. Nell'incontro alla libreria bolognese, davanti ad un folto pubblico, durante la presentazione di una sua opera, Pacinotti rispose ad una domanda con una serie di espressioni pesantissime nei confronti del collega bellunese Cardinale, reo di aver pubblicato, senza interpellarlo, il libro "Trash", un romanzo a fumetti, scritto da Cardinale e corredato dai disegni di "Gipi". Quelle opere erano frutto del lavoro giovanile del celebre vignettista, in cui lui non si riconosceva più. Da qui l'ira nei confronti di Cardinale per averlo pubblicato. L'autore bellunese venne a conoscenza, per caso, delle parole pronunciate da Pacinotti, soltanto nell'agosto 2008, due mesi dopo l'incontro. In un sito, infatti, due studenti bolognesi avevano riportato integralmente i dialoghi di quell'incontro. Cardinale sporse querela per diffamazione ed ottenne, grazie ai suoi legali, anche il sequestro del link diffamatorio. La vicenda è arrivata a conclusione ieri mattina, nell'aula al terzo piano del palazzo di giustizia di Belluno, davanti al giudice Antonella Coniglio. Il processo non s'è nemmeno aperto. Non è stato, dunque, sentito alcun testimone. I legali di Cardinale, gli avvocati Moretti e Ponti, sono riusciti a risolvere in via stragiudiziale la vicenda con la controparte. Cardinale ha ritirato la querela contro "Gipi", uno dei più grandi vignettista italiani (è presenza fissa sul quotidiano "la Repubblica"), dopo aver ricevuto un congruo risarcimento con tanto di lettera di scuse e la liberatoria per usufruire dei diritti del romanzo "Trash". Per questo motivo il giudice ha prosciolto i tre imputati con sentenza di non doversi procedere per remissione di querela. «Debbo riconoscere - si legge nella lettera di scuse di "Gipi" a Cardinale - che le dichiarazioni da me fatte (...) con riferimento a Roberto Cardinale e al lavoro con lui svolto per il volume "Trash", sono state certamente eccessive ed anche per questo del tutto ingiustificate; in tale occasione ho trasceso nei toni e nei contenuti e me ne dispiaccio. Per tutto ciò porgo le mie scuse al signor Cardinale. Ancor di più le mie scuse sono doverose nei confronti della madre per essere stata coinvolta in questo spiacevole episodio». La lettera prosegue così: «Riconosco peraltro che il signor Cardinale aveva pieno diritto di dare alla stampa il libro e rinuncio quindi - per quanto occorra - a qualsiasi pretesa nei suoi confronti o nei confronti di altri in qualsivoglia modo collegata alla suddetta pubblicazione».
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