Diabetologia, pochi medici «Crescono le liste di attesa»

L’allarme di Duilio Maggis, presidente dell’Associazione Diabetici di Belluno «Due specialisti al San Martino e uno tra Agordo e Pieve e i malati aumentano»



Centro diabetologico di Belluno in grave difficoltà. La causa? La solita che mette in ginocchio anche altri reparti degli ospedali bellunesi: la carenza di medici.

A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione Diabetici Bellunesi, Duilio Maggis, preoccupato per la situazione del reparto in tutta l’Usl Dolomiti.

«In provincia di Belluno, i diabetici sono 9.800, su una popolazione di poco superiore alle 200 mila unità», precisa Maggis. «Questi pazienti sono gestiti dai centri diabetologici di Belluno, dove viene seguito il 40% dei malati, di Feltre (circa il 35%), di Agordo e Pieve di Cadore (il restante 25%). Ogni anno a Belluno e Feltre ci sono più di 600 prime visite, il che significa 600 nuovi diabetici».

Il diabete, infatti, «è una patologia in aumento, che ha un grande rilievo sociale, con un notevole impatto socio economico sui vari sistemi. Le spese, infatti, aumentano di 3-4 volte se si manifestano complicanze cardiache, vascolari, renali, a carico della vista o del sistema nervoso periferico», dice Maggis, che prosegue evidenziando che «lo scopo principale dei servizi dovrebbe essere quello di scongiurare l’insorgere delle complicanze».

Ma gli sforzi rischiano di essere vani. «Da settembre 2018, infatti, la Diabetologia del San Martino è in situazione di emergenza», dice Maggis, «dopo che uno dei medici che operavano nel reparto si è trasferito in un’altra regione. Da allora il centro può contare sull’operato di soli due medici, che sono tra l’altro anche endocrinologi e quindi devono fare le visite anche per questa specializzazione».

Fino all’anno scorso, le visite programmate per i pazienti insulino-dipendenti, avevano degli intervalli di 3-4 mesi, «ora le cadenze sono passate a 7-8 mesi», sottolinea il presidente dell’associazione, che poi evidenzia le criticità anche per gli ambulatori di Agordo e Pieve di Cadore. «Stiamo parlando di una situazione atavica, che dura da tanti anni. L’unico medico rimasto a Pieve deve dividersi anche con Agordo, facendo salire, anche qui, le liste di attesa. Ci risulta che la Medicina del San Martino abbia fatto richiesta di nuovo personale medico, ma bisogna attendere che la Regione indica dei concorsi a questo fine. E intanto anche per le visite di controllo dei pazienti con diabete 1 – i pazienti che necessitano di adattamenti maggiori di terapia insulinica rispetto a quelli affetti da diabete mellito di tipo 2 – la lista di attesa si è allungata».

Duilio Maggis non si dà pace. «Ho letto sul Corriere delle Alpi che l’Usl per mancanza di medici ha fatto delle convenzioni con altre province, ma al tempo stesso manda i nostri medici a fare turni in altri ospedali. Siamo di fronte a un controsenso, perché il dovere principale dell’azienda è quello di garantire il servizio nei propri ospedali, prima di fornirlo ad altri. Anche perché la carenza di specializzati ha delle ricadute anche sui pazienti. La Regione deve trovare i soldi anche e soprattutto per garantire i servizi alle persone malate». —



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