Debellato il virus della rabbia vaccini non più obbligatori

FELTRE. Il virus della rabbia silvestre è da considerarsi debellato e non è più obbligatoria la vaccinazione antirabbica dei cani di proprietà, fatta eccezione per i casi in cui l'animale sia portato...

FELTRE. Il virus della rabbia silvestre è da considerarsi debellato e non è più obbligatoria la vaccinazione antirabbica dei cani di proprietà, fatta eccezione per i casi in cui l'animale sia portato all'estero. È quanto comunica l'Usl dato che sono trascorsi due anni dall'accertamento dell'ultimo caso che risale al 14 febbraio 2011 con la positività di una volpe morta a Pedavena, e che dunque decade l'obbligo di vaccinare animali da affezione e da reddito, nel territorio dell'Usl 2, obbligo rimasto in vigore fino a poche settimane fa per effetto delle ordinanze ministeriali adottate per prevenire la diffusione della malattia.

Fra le misure adottate per affrontare l'emergenza c'erano stati in particolare l'effettuazione di un piano di vaccinazione orale delle volpi con lancio di esche e appunto l'obbligo di vaccinare i cani. «In considerazione dell'intervallo temporale di due anni dall'ultima positività che rappresenta il limite richiesto dalla Commissione europea», comunica Luigi Cazzola, responsabile del dipartimento di prevenzione dell'Usl 2, «ma soprattutto dei dati favorevoli del centro per l'attività di sorveglianza dell'epidemia, la provincia di Belluno non è più ritenuta area a rischio».

Del resto la copertura vaccinale antirabbica documentata al primo semestre 2012 dall’Usl di Feltre è stata fra le più alte del Veneto,: su 14.140 cani presenti sul territorio e documentati all'anagrafe canina, le vaccinazioni valide sono state 10.774 per una copertura che supera il 76 per cento. Una quota più che apprezzabile se paragonata a tanti altri territori regionali, rispetto alla quale hanno giocato un ruolo fondamentale la massima attenzione istituzionale di contrasto al fenomeno contagio che può avere effetti letali sull'uomo e la scelta “controcorrente” dell’azienda sanitaria che per raggiungere il maggior numero possibile di animali da affezione ha programmato sedute vaccinali sull'intero territorio senza delegare gli interventi di profilassi, come recitava la delibera regionale, esclusivamente agli ambulatori privati. Così, per favorire il miglior accesso alla pratica, i veterinari dell’Usl di Feltre sono andati alla montagna, nel vero senso della parola, avvicinando le sedute, a livello logistico, alle aree più periferiche, da Lamon e Sovramonte ad Arsiè dove il territorio è policentrico e dispersivo. E la logistica è stata solo uno dei punti a favore dell'utenza. La vaccinazione all'Usl è costata un terzo rispetto alla tariffa in ambulatorio privato.(l.m.)

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