De Zordo: «Ne parlavo nel '70 Segnale che arriva in ritardo»

Guido De Zordo
Guido De Zordo
 BELLUNO.
«Mi fa l'effetto che siamo sempre in ritardo». Guido De Zordo, sindaco di Cibiana e amministratore di lungo corso, conosce bene l'epopea "autonomista" del Bellunese, anche perché ne è stato uno dei protagonisti. A dimostrarlo un suo libercolo del 1995, dove raccontava - a mo' di fiaba - la storia dell'autonomia bellunese. «E una fiaba è rimasta», afferma De Zordo.  «Io parlavo di autonomia già nel 1968, quando altri facevano altre cose. Eravamo un gruppo di giovani del Cadore che aveva ideato la sigla Rd, regione dolomitica», racconta De Zordo.  L'iniziativa di quei giovani venne fatta propria dall'Msi di Giorgio Almirante. Era il 1972, quando una proposta di legge sull'autonomia per il Bellunese venne presentata in Parlamento, dove fu bocciata impietosamente, per non dire annientata da Dc e Pci. «Dicevano che eravamo veneti, ma nessuno metteva in dubbio questo», prosegue De Zordo. «Noi chiedevamo semplicemente l'autonomia per noi».  Insomma, nessuno voleva andare con Trento o Bolzano: «Chiedevamo la possibilità di avere più diritti e più possibilità, ma questo non è stato capito».  La proposta era stata ri-presentata anche a inizio anni '80 da Almirante e poi da un giovane Gianfranco Fini: «Ma anche all'epoca non se ne fece nulla».  Anche per questo De Zordo guarda alla proposta referendaria con uno sguardo realista: «Negli anni Settanta la normativa era più elastica. Le regioni stavano per nascere e c'erano ampi spazi di manovra, oggi ce ne sono molti meno». Nonostante tutto, De Zordo appoggerà l'istanza referendaria: «C'è bisogno di un segnale, ma ripeto, siamo in grave ritardo». Già, di almeno quarant'anni. (cr.ar.)

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