De Vecchi: «Levis non è un cognome ebreo»
SEDICO
«Gli ebrei non c’entrano proprio nulla con il cognome Levis». A diversi giorni dalla comparsa delle scritte discriminatorie sulle pareti esterne della chiesetta di Santa Lucia a Longano (il testo recitava “Levis cognome ebreo”), ci si interroga ancora sulle ragioni del gesto. Lo storico locale Gianni De Vecchi, grazie all’opera di un’altra studiosa bellunese esperta di onomastica che da anni ricerca le origini di tanti cognomi bellunesi esaminando i registri delle parrocchie e atti notarili nei più importanti archivi, ha provato ad andare a fondo della questione.
«In passato», riferisce De Vecchi, «i cognomi non esistevano: le persone generalmente venivano identificate semplicemente dal nome e dalla località di residenza (ad esempio Leonardo da Vinci, ndr). Soltanto i nobili, oltre al nome proprio, indicavano il casato (ad esempio Giulio Doglioni, ndr). Gli ebrei furono presenti a Belluno, per fare prestiti su pegno, soltanto dal 1386 al 1519 quando ne furono espulsi per ordine della Repubblica di Venezia. Gli attuali cognomi derivano da soprannomi, ad esempio Minella; dalla zona di provenienza, Cadorin; dal mestiere esercitato, Murer; dai nomi propri, De Toffol, cioè da Cristoforo».
E il cognome Levis? «Dalle ricerche fatte andando all’indietro fino al Medioevo», continua De Vecchi, « la ricercatrice ha individuato la derivazione del cognome Levis dal nome proprio Alvise che, nei secoli, persa la lettera iniziale e quella finale, acquisì la E dopo la lettera L». —
N.P.
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