De Marzi e Calabrò, musica e arte a Chies

E il compositore vicentino fa cantare il pubblico
Bepi De Marzi ha aperto la rassegna
Bepi De Marzi ha aperto la rassegna
Una serata piena di poesia, di canto, di arte, quella vissuta ad Irrighe, in Alpago, con Bepi De Marzi e Vico Calabrò che hanno aperto da par loro la nona edizione di «Chies e le sue montagne».  A Irrighe la chiesa si è riempita per ascoltare due protagonisti dell'arte in senso lato.  La storia locale e regionale, la storia delle tradizioni e dei dialetti, la storia piccola e grande della montagna e dei suoi montanari hanno rappresentato così il trait d'union con cui De Marzi ha intrattenuto il pubblico, riportarlo indietro nei decenni passati tra un tocco sulla sua tastiera, l'attacco di un canto sacro, l'analisi di un dipinto del compagno Calabrò, la lettura di un passo di Rigoni Stern. Non solo musica, non solo canto. Ma musica e canto come pretesto evocativo per gettare lo sguardo indietro, sul mondo perduto delle genti alpine, dei loro mestieri, della loro cultura. «Oggi le ragazze che vengono in città dalla montagna non sono più le Teresine, le Lucie, le Marie, ma sono le Sarah e Deborah - ha scherzato, ma non troppo, il compositore, - dobbiamo portare in gita le nostre scolaresche non all'estero o nelle grandi città, ma qui, tra le contrade montane, nei borghi di collina. Dobbiamo far sì che "adottino" una corte, un angolo di paese, un albero, un pezzo di bosco. Anche da questo deve ripartire la scoperta del proprio passato».  D'altro canto la forza iconica dei dipinti di Calabrò ha ricordato la possibilità di investigare la montagna in mille diversi modi. «Quando ero giovane e cominciavo ad avvicinarmi all'arte, ho iniziato ad osservare, a cercare le montagne e le loro storie in maniera diversa da quanto facevano i miei amici, i compaesani nelle loro attività quotidiane - ha spiegato il pittore cadorino - anche per questo gente come me, o Bepi, che manifestava attitudini diverse da quelle degli altri ragazzi, era considerata "originale". "L'é un originale" dicevano a tua madre... un altro modo per farle capire che dovevi essere pazzo».  Il "Signore delle cime" intonato da tutto il pubblico, sotto la direzione del maestro De Marzi, ha chiuso la serata, insieme con una proposta del musicista vicentino: «Vorrei che insieme recuperassimo un canto del mese mariano», intonando poi «Mira il tuo popolo».

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