De Bona, Panciera e Solina pionieri dell’alpinismo

BELLUNO. Hanno aperto vie impegnative, anche di nono grado. Si sono resi protagonisti di imprese alpinistiche che ancora oggi vengono citate da chi ama la montagna e ne conosce le asperità. Sono...

BELLUNO. Hanno aperto vie impegnative, anche di nono grado. Si sono resi protagonisti di imprese alpinistiche che ancora oggi vengono citate da chi ama la montagna e ne conosce le asperità. Sono stati i pionieri dell'introduzione della preparazione atletica nell'alpinismo. Il premio Pelmo d'oro per l'alpinismo in attività quest'anno è stato assegnato a Venturino De Bona e Renato Panciera. «Furono fra i primi ad attrezzare le palestre di roccia per gli allenamenti», ha spiegato Alessandro Masucci, che fa parte della giuria del premio e che ieri, insieme a Loris Santomaso, ha illustrato i curricula degli insigniti.

«Entrambi hanno percorso le più famose e conosciute vie delle Dolomiti, ma ne hanno aperte di nuove, andando là dove nessun altro era giunto».

La loro montagna preferita era la Civetta, che hanno esplorato nei versanti più ostici. Panciera ha aperto 80 nuove vie, De Bona una sessantina. I loro capolavori sono storia: Panciera, che frequentava la montagna soprattutto in inverno, il 27 dicembre 1988 ha percorso con Mauro Valmassoi il diedro Philipp Flamm, sulla parete nord ovest della Civetta. Da non dimenticare anche le vie percorse con Soro Dorotei (quella Delle Guide alla Torre di Valgrande, la via Ratti Vitaali alla Su Alto, il Pilastro Fiume, anche con Giuliano De Marchi). Di De Bona, invece, si ricorda la via Nuvole barocche, aperta nel 1999 con Piero Bez sulla parete nord ovest della Civetta, un nono grado + A2 che dovrà attendere il 2007 per la prima ripetizione, firmata da Alessandro Baù e Alessandro Beber. Arrampicatore sportivo, De Bona è gestore del rifugio Torrani ed è interprete di un alpinismo di ricerca, dove la logicità dell'itinerario è unita sovente a elevatissime difficoltà e ad una severa etica di apertura.

Il premio alla carriera alpinistica a Franco Solina, alpinista accademico del Cai, giornalista, fotografo e scrittore. È stato fra i protagonisti, nel 1962, della prima ascensione italiana alla Nord dell'Eiger, ha realizzato sulle Dolomiti, in cordata con Armando Aste, imprese memorabili in Marmolada (il suo capolavoro è la Via dell'Ideale, nel 1964), e su Civetta, Focobon, Agner, Tre Cime. Ha portato l'alpinismo classico ai massimi livelli, anticipando di 20 anni l'evoluzione dell'arrampicata.

Premio per la cultura alpina va a Walter Musizza e Giovanni De Donà, studiosi di storia cadorina, autori di saggi e ricerche che spaziano dalla microstoria locale ai grandi eventi che hanno attraversato il nostro territorio (specie quelli bellici). Sono entrambi cronisti autentici della gente di montagna, che riescono a raccontare valorizzandone le storie e i tratti distintivi. (a.f.)

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